A poche ore dalle elezioni presidenziali, in Francia vige il silenzio elettorale in attesa di una riconferma del presidente in carica Emmanuel Macron o dell’arrivo della prima donna e prima esponente di estrema destra all’Eliseo, Marine Le Pen. Gli ultimi sondaggi danno in testa Macron.

Secondo i dati del Financial Times pubblicati venerdì ci sarebbe uno scarto inferiore rispetto a cinque anni fa: Macron al 55,3 per cento e Le Pen al 44,7 per cento, ma per l’ultimo sondaggio Ipsos la distanza sarebbe maggiore, 57,5 contro 42,5 per cento. Al primo turno il candidato di En Marche aveva ottenuto il 27,85 per cento e la candidata di Rassemblement national il 23,15. Ma Le Monde, che descrive la vigilia del voto come una situazione di incertezza, fa notare come l’estrema destra abbia raggiunto un livello mai visto prima in questa fase della campagna elettorale.

La preoccupazione principale per entrambi i candidati è l’alto tasso di astensionismo, anche per la delusione ricevuta dagli elettori di sinistra sostenitori di Jean-Luc Mélenchon. Ifop e Ipsos nelle ultime indagini stimano che l’astensionismo oscilli tra il 26 e il 28 per cento.

Le posizioni dei candidati

Nell’ultimo giorno di campagna elettorale il presidente uscente ha puntato sull’antieuropeismo di Marine Le Pen, avvertendo che il suo progetto «è un’uscita dall’Ue non dichiarata», ha detto al Corriere della Sera. Le Pen, dice Macron, mira a «diminuire il contributo della Francia all’Europa, rinunciare alla primazia del diritto europeo sul diritto nazionale, uscire dal mercato europeo dell’energia, ristabilire i controlli alle frontiere». Un voto, quello di oggi, «per o contro i nostri valori».

Prima del silenzio elettorale anche Marine Le Pen è arrivata a un aut aut: «o Macron o la Francia», ha detto ai cittadini di Étaples, ricordando che «domenica c’è una scelta fondamentale da fare e questa scelta è nelle mani dei francesi. Se il popolo vota, il popolo vince. Se il popolo si muove e va a votare allora otterrà il cambiamento che spera».

La risalita nei sondaggi di Le Pen, fa notare il Financial Times, può essere ricondotta al poco tempo investito da Macron nella campagna elettorale, impegnato con la guerra in Ucraina. Ma grazie alla forte ripresa economica post pandemica, Macron ha visto crescere il consenso, anche se dovrà dimostrare di non essere solo il presidente dei ricchi e di riuscire a unire un paese frammentato.

Sui social, invece, in base a uno studio pubblicato da Agi, durante la campagna elettorale sembra essere stata la candidata di Rassemblement national la favorita: le emozioni associate al nome di Le Pen «sono leggermente più positive», fa notare Agi.

In Italia

Non sono mancate polemiche nemmeno in Italia per il sostegno all’uno o all’altro candidato. Giuseppe Conte si è rifiutato di esprimere preferenze e, ospite su La7, ha precisato che il «Movimento cinque stelle non partecipa alle elezioni francesi».

In base allo studio di Agi infatti il M5s è la forza politica italiana meno attiva sul tema. In testa invece la Lega: «Felici del tuo successo e orgogliosi della tua amicizia», ha commentato Salvini dopo il primo turno. Meloni ha preso le distanze da entrambi i candidati, mentre Berlusconi propende per Macron.

Al congresso di Articolo 1, ieri Enrico Letta e Luigi Di Maio sono stati chiari nel sostegno a Macron e all’Europa. «Se vincesse Le Pen finirebbe l’Europa, Putin avrebbe vinto e le forze di destra populiste del nostro paese avrebbero una spinta unica e fondamentale», ha detto il segretario del Pd, prendendo le distanze da Conte ed evidenziando l’importanza del voto francese.

«Chiaro che se vogliamo un’Unione europea forte, serve più europeismo. Il sovranismo chiude gli stati, tende a distruggere l’Ue e la Nato», ha detto il ministro degli Esteri. Mentre il leader di Azione, Carlo Calenda, presente al congresso, ha puntato il dito contro il Pd e Articolo Uno che «sbagliano a restare loro alleati di fronte a questa equidistanza» del M5s.

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