- Il tribunale civile di Roma aveva dichiarato ineleggibili il presidente del Cnf Andrea Mascherin e sette consiglieri. Ora sono stati reintegrati per ragioni procedurali, in attesa di una sentenza.
- Si apre lo scontro nella categoria, con alcune associazioni che contestano la debolezza dei vertici in un momento così delicato in cui il Cnf deve confrontarsi sulle riforme della giustizia al ministero. La richiesta sarebberlo le dimissioni.
- Eppure, i consiglieri dichiarati ineleggibili sono stati eletti con i voti del loro distretto e dunque – fintanto che non c’è una sentenza definitiva – la loro legittimazione verrebbe da lì. Tanto è che sono già tornati operativi.
La crisi della giustizia non riguarda solo la magistratura, ma passa anche attraverso i vertici dell’avvocatura. Anche in questo caso è una questione legata ai ruoli, anche se per gli avvocati lo scontro si sta svolgendo alla luce del sole e davanti al giudice civile. Il caso trae origine dal limite dei due mandati previsto per legge come vincolo di eleggibilità negli organismi rappresentativi ed è deflagrato all’interno del Consiglio nazionale forense, l’organo istituzionale che rappresenta



