- Dopo la fiammata dei 1.600 emendamenti depositati in commissione Giustizia, più della metà dei quali firmati dal Movimento 5 stelle, la parola torna alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
- Nell’aula di Montecitorio per il question time, la Guardasigilli ha usato toni decisi: «Il governo è consapevole di quello che fa, ed è il primo a non volere ciò che voi paventate. Ma vuole affrontare il tema della durata dei processi che è gravissimo».
- Esponenti dem si sono posti come mediatori con i parlamentari grillini – forse non i pasionari Vittorio Ferraresi e Giulia Sarti, ma quelli legati alla componente più dialogante –, cercando di ricondurli sul piano di una dialettica di merito.
Dopo la fiammata dei 1.600 emendamenti depositati in commissione Giustizia, più della metà dei quali firmati dal Movimento 5 stelle, la parola torna alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. L’iter della riforma del penale si è complicato, ma il governo non dà segni di voler arretrare né di voler prendere una pausa di riflessione, posticipando a dopo l’estate il voto alla Camera sul disegno di legge. Nell’aula di Montecitorio per il question time, la Guardasigilli ha usato toni decisi:



