Il Consiglio superiore della magistratura ha già annunciato che deciderà sulla procura di Roma solo dopo che il Consiglio di Stato depositerà la sentenza sul ricorso di Francesco Lo Voi. Tuttavia, lo scontro tra pretendenti si sta alzando.

L’attuale procuratore facente funzioni, Michele Prestipino (che era stato nominato capo ma la cui nomina è stata annullata da una sentenza del Consiglio di Stato su ricorso del pg di Firenze Marcello Viola), ha presentato a sua volta ricorso. Uno in sede giurisdizionale davanti al Consiglio di Stato e uno in Cassazione, «lamentando il vizio di eccesso di potere giurisdizionale» della quinta sezione del Consiglio, «per invasione della sfera di discrezionalita' riservata al Csm su una pluralità di profili».

I ricorsi puntano a mettere in luce errori di diritto e di procedura e di ribaltare un esito che lo vuole soccombente rispetto ai ricorrenti per mancanza di titoli.

Lo scontro

L’impressione è che Prestipino punti a resistere nelle sedi processuali, senza aspettare che il suo curriculum venga valutato nuovamente davanti alla Quinta commissione.

Tuttavia il suo principale opposizione ha preso a sua volta una iniziativa: il procuratore generale di Firenze, Marcello Viola, che ha vinto il ricorso contro Prestipino e che punta a vedersi assegnare la procura di Roma perchè più titolato, ha rinunciato alla domanda di diventare procuratore generale di Palermo.

Questo significa che l’unico posto dove punta a concorrere è Roma e che sta facendo sul serio, anche perchè è vicino ai 66 anni e dopo questo limite d’età non si può più fare richiesta per incarichi direttivi. 

Scontro aperto, dunque, e un chiaro segnale che Viola vuole riprendersi un posto che già aveva quasi assaporato, prima che scoppiasse lo scandalo Palamara.

Nella prima votazione del maggio 2019 in quinta commissione, infatti, lui era risultato il più votato per Roma, ma la decisione è stata annullata dopo la fuga di notizie e la pubblicazione delle intercettazioni dell’Hotel Champagne, dove Palamara, Cosimo Ferri e altri cinque consiglieri del Csm si coordinavano per dare a lui i suoi voti. Lui, che era all’oscuro di tutto, si è visto togliere una nomina che sentiva come già quasi in tasca. 

Invece il Csm ha ripetuto la votazione in quinta commissione, lui è rimasto escluso e al suo posto è stato votato Prestipino, il quale poi è stato nominato procuratore capo nel marzo 2020, superando la competizione di Francesco Lo Voi e Giuseppe Creazzo.

I tempi

Se il ricorso di Prestipino non verrà accolto, il Csm comunque deciderà sulla nomina di Roma non prima di ottobre. Con la differenza che non potrà più provare a risolvere il pasticcio assegnando Viola all’altra sede che lui aveva chiesto, facendogli perdere legittimità a pretendere il posto di Roma.

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