Fallisce il tentativo di cancellare un altro pezzo della legge cosiddetta legge “Spazzacorrotti”, attraverso la riforma dell’ergastolo ostativo, che oggi è stata approvata alla Camera. Ad affossarlo è stato il voto contrario in particolare di Partito democratico e Forza Italia che, all’epoca del governo Conte 1, avevano parlato invece di norme «spazza diritto».

La vicenda è complicata e parte dalle previsioni della legge voluta nel 2019 dall’allora ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nella quale si è prevista l’equiparazione dei reati contro la pubblica amministrazione ai reati di criminalità organizzata e di terrorismo, prevedendo anche per essi il regime ostativo dell’ordinamento penitenziario. Ovvero, il fatto che i benefici penitenziari possano essere concessi al detenuto solo in caso di collaborazione con la giustizia.

Oggi che la previsione dell’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario è in discussione, il deputato di Più Europa Riccardo Magi, insieme ai deputati del Pd Enza Bruno Bossio e Fausto Raciti e al deputato di Azione, Enrico Costa, aveva presentato un emendamento che abrogava proprio questa previsione, eliminando i reati contro la Pa tra quelli “ostativi”.

La bocciatura

Più della coerenza con le posizioni del 2019 contro la Spazzacorrotti, hanno potuto le ragioni di opportunità politica di non entrare in rotta di collisione con il Movimento 5 Stelle su un testo di riforma che veniva da un iter già molto travagliato.

L’emendamento, infatti, è stato bocciato dall’aula della Camera in un voto a scrutinio segreto chiesto da Fratelli d’Italia. Solo Italia Viva ha dato indicazione di voto positivo, mentre Forza Italia ha lasciato libertà di coscienza.

«All'epoca del voto sulla Spazzacorrotti, Forza Italia aveva presentato una bella pregiudiziale di costituzionalità anche con riferimento a questa parte della legge, il PD aveva votato contro definendo lo Spazzacorrotti una norma “spazza diritto”, la Lega aveva votato favorevolmente rinnegando poi quella scelta al punto di promuovere i referendum per la giustizia giusta», ha attaccato Magi dopo il no al suo emendamento. «È drammatico però constatare che oggi non vi siano stati il coraggio e la lucidità politica di cancellare almeno una parte di quella pessima pagina di populismo penale».

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