L’ipotesi di reato, per ora senza indagati, riguarda la gestione dei procedimenti disciplinari a carico dei commercialisti e potrebbe investire anche il ministero della Giustizia.

La procura di Brescia, infatti, giovedì 26 ottobre ha eseguito numerose perquisizioni: una presso la sede dell’ordine dei commercialisti di Bergamo, dove si trova anche il consiglio di disciplina; presso gli studi professionali di alcuni membri del consiglio di disciplina e preso la sede nazionale dell’ordine dei commercialisti a Roma.

L’ipotesi di reato è di concorso in in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e per questo la polizia giudiziaria avrebbe sequestrato il libro dei verbali del consiglio di disciplina, la documentazione informatica delle comunicazioni tra il consiglio dell’ordine e il consiglio di disciplina, ma anche gli smarthpone e tablet di alcuni membri del consiglio di disciplina e dell’ordine dei commercialisti di Bergamo, nessuno di loro indagati.

L’indagine, però, potrebbe investire anche un livello superiore. La perquisizione – anche in questo caso senza indagati - ha riguardato anche la sede dell’ordine nazionale dei commercialisti guidato dal barese Elbano De Nuccio, con l’ordine di sequestrare non solo le pratiche relative al consiglio di disciplina dell’ordine di Bergamo, ma anche le registrazioni audio delle riunioni del consiglio nazionale e soprattutto la corrispondenza con il ministero della Giustizia relativamente a vicende collegate con l’ordine e il consiglio di disciplina di Bergamo.

Cosa è successo

Al centro dell’indagine ci sarebbero due vicende poco chiare. Da un lato l’azzeramento del consiglio di disciplina di Bergamo con la nomina del nuovo e la fedeltà dei verbali delle sedute, che non comprenderebbero tutto ciò che è avvenuto nelle sedute.

I consigli di disciplina sono l’organo che si occupa dei fascicoli disciplinari dei commercialisti e i malumori interni, sorti nel 2022, avrebbero riguardato sia l’assegnazione secondo criteri automatici dei fascicoli, che i ritardi negli accertamenti a carico di alcuni commercialisti.

Questo ha provocato una serie di dimissioni e il presidente Claudio Melegoni (presso il cui studio si sono svolte le perquisizioni ma che non risulta indagato) ha annunciato nel gennaio 2023 l’azzeramento del Cdd e la nomina del nuovo, che per legge avviene attraverso l’invio di una lista di candidati al presidente del Tribunale, che è competente per l’indicazione.

La nuova costituzione dell’organo, però, è stata contestata da uno dei consiglieri decaduti, Maria Linda Sottocorna che – secondo l’Eco di Bergamo – ha promosso una segnalazione al Consiglio nazionale dei commercialisti e alle procure di Bergamo e di Roma «che a Bergamo attualmente sono in carica due Cdd», «uno parallelo al primo che non è legittimato a operare e ha scalzato dai suoi poteri quello legittimamente nominato».

Da qui è partita l’indagine di Bergamo, per ora alle prime battute.

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