Sono Beatrice Secchi, giudice presso il Tribunale di Milano,  candidata alle  elezioni del Consiglio Superiore della Magistratura.

Il prossimo Consiglio superiore della Magistratura dovrà svolgere compiti molto complessi, anche in relazione alla necessità di portare a compimento – con l’emanazione delle relative circolari – la riforma Cartabia.

Ritengo qui utile e doveroso affrontare uno dei nodi maggiormente problematici che dovranno necessariamente essere sciolti dal nuovo Csm, ovvero il tema della questione morale e della trasparenza.  

Gli eventi della primavera del 2019 sono stati gravissimi, dirompenti e hanno reso palese una realtà drammatica, della quale peraltro si avevano vari segnali. Questi gravi fatti  hanno interessato tutti i gruppi associativi e chiamano in causa, da un lato, le responsabilità di chi gestisce i ruoli istituzionali e, dall’altro, le aspettative individuali di coloro che ai primi si rivolgono.

Le conseguenze degli eventi della primavera 2019  sono oggi  sotto gli occhi di tutti.

La disaffezione

Una delle più gravi  è -secondo me- l’ attuale disaffezione di molti magistrati  (soprattutto i più giovani) per qualsiasi forma di partecipazione alla vita associativa, l’astensionismo dal voto, la sfiducia profonda degli stessi magistrati nel proprio organo di autogoverno, la sfiducia dei cittadini  nell’operato della magistratura.

Ritengo dunque assolutamente necessario organizzare occasioni di confronto negli uffici, dialogare con i colleghi più giovani (che guardano ai più anziani con forte sospetto), spiegare loro, da un lato,  le ragioni della necessità di impegno nella vita associativa e, dall’altro, aiutarli ad elaborare una visione del nostro lavoro non burocratica, ma realmente impegnata ed attenta ad ogni vicenda umana sottoposta al nostro vaglio.

Sarà poi  imprescindibile, al fine di recuperare la fiducia sia dei cittadini che dei molti colleghi oggi delusi da una certa gestione dell’autogoverno, un’azione estremamente chiara, autorevole, rigorosa, efficace e  trasparente del Consiglio.

Il Consiglio dovrà rendere conto all’esterno - anche attraverso strumenti di comunicazione adeguata e nell’ottica di rendere sempre più trasparente la  sua attività -  dei propri lavori e delle motivazioni delle proprie scelte. 

Sarà necessario proseguire nella via tracciata da questo Csm con la rigida calendarizzazione delle varie pratiche (in primo luogo quelle di nomina dei direttivi e semi direttivi, oggi peraltro prevista dalla disposizione di cui all’art. 2 lett. B della riforma Cartabia) secondo criteri oggettivi e predeterminati; dovrà essere assicurata la massima attenzione ed allo stesso tempo la tempestività delle nomine; dovranno essere attentamente considerate le difficoltà specifiche di ogni singolo ufficio, al fine di comprendere le reali condizioni nelle quali i magistrati si trovano ad operare ed al fine di  una migliore distribuzione della risorse.

Informazione sul lavoro delle commissioni

Inoltre, al fine di rendere sempre più trasparente l’attività del Consiglio, sarà necessaria la pubblicazione della calendarizzazione dei lavori delle commissioni; sarà indispensabile garantire ai magistrati un’informazione capillare su qualsiasi intervenuta modifica tabellare, sulle nomine, le conferme ed i  trasferimenti; garantire ad ogni magistrato, attraverso un apposito applicativo, la possibilità di vedere in tempo reale  lo stato delle pratiche di suo interesse e di accedere alle informazioni a lui necessarie, senza dovere acquisirle con modalità “informali”. 

Il Consiglio, poi, con la propria azione dovrà alimentare una concezione della magistratura conforme a quella delineata dalla Carta Costituzionale: una magistratura orizzontale, nell’ambito della quale la “carriera” non esiste, mentre deve essere valorizzato l’esercizio delle funzioni giudiziarie con professionalità e consapevolezza del ruolo istituzionale ricoperto.

Tutto questo nella certezza che solo un lavoro intenso, di qualità, efficiente e verificabile potrà consentirci di acquisire, come è stato in tante stagioni passate, la fiducia dei cittadini e di coinvolgere nella gestione dell’autogoverno il maggior numero di colleghi.

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