L’Associazione nazionale magistrati lancia un referendum online sulla riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore della magistratura.

I quesiti sono due. Il primo chiede se si è favorevoli o contrari a che “i candidati al Csm siano scelti mediante sorteggio di un multiplo dei componenti da eleggere”. Il secondo invece “quale sistema ritieni preferibile per l’elezione della componente togata del Csm” con la possibilità di scegliere se proporzionale o maggioritario.

Il referendum si svolgerà il 27 e 28 gennaio prossimo e gli aventi diritto al voto devono accreditarsi per votare entro il 25 gennaio, sul sito dell’Anm.

La riforma sospesa

L’iniziativa si innesta nel difficile iter della legge di riforma dell’ordinamento giudiziario. Il testo è ancora bloccato: manca il maxiemendamento ministeriale che contiene proprio la riscrittura delle regole per eleggere i componenti togati del Csm.

Tuttavia, la ministra della Giustizia Marta Cartabia – che aveva annunciato il testo prima di Natale – ha anticipato oralmente ai magistrati i contenuti della riforma.

Il testo proposto avrà un sistema maggioritario binominale, con collegi piccoli e nessun sorteggio  per scegliere i candidati.

La ministra, però, ha fatto sapere che la proposta è aperta a emendamenti parlamentari. Questo significa che c’è ancora spazio per il dialogo sia tra i partiti che tra le toghe.

Tutti i partiti  di centrodestra sembrano contrari alla soluzione ministeriale e propongono il sorteggio temperato.

Tra i gruppi associativi della magistratura, invece, solo Magistratura indipendente ha accolto positivamente la proposta della ministra. Gli altri gruppi invece ritengono che si favorisca proprio quel correntismo che la riforma dovrebbe disinnescare.

Per Domani, sul tema si sono espressi il segretario di Magistratura Indipendente, Angelo Piraino, il segretario di Magistratura Democratica, Stefano Musolino, e la segretaria di Unicost, Mariarosa Savaglio. 

Il sondaggio tra gli iscritti

Di qui l’iniziativa dell’Anm, che punta a restituire la parola ai singoli magistrati, cercando di mettere a fuoco quale sia l’orientamento della categoria, al netto delle toghe più politicizzate.

La speranza è che al referendum online partecipi la maggior parte degli aventi diritto, in modo da dare una delega più forte all’Anm per andare poi  a dialogare sui tavoli ministeriali.

Il trend in passato non è stato positivo per la partecipazione sindacale. Alle passate elezioni dell’Anm, gli aventi diritto al voto erano 9401, si erano registrati a votare in 7100 ma a votare erano stati 6101. Circa il 64 per cento.

Se le posizioni dei singoli gruppi associativi sono state chiarite nel corso dei mesi con singoli documenti, quella dei magistrati sui  territori non è mai stata sondata. Il segnale di attenzione dell’Anm dovrebbe servire a ridare voce ad una categoria che oggi continua ad essere in crisi e che si ritrova divisa anche davanti alla riforma imminente.

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