Dopo 50 giorni di attesa e tre riunioni infruttuose, l’Associazione nazionale magistrati ha eletto il suo nuovo presidente. E’ Giuseppe Santalucia, esponente delle toghe progressiste di Area.

«Sento fortemente il peso della responsabilità di assumere questa presidenza per le recenti vicende che hanno sconvolto l’ordine giudiziario e per la pandemia che incombe. Il programma che seguirò non è a ribasso, ma di mediazione. Per me la mediazione non ha un’eccezione negativa, ma mediazione e compromesso sono i mezzi che ci consentono di raggiungere risultati. L’Anm è un attore importante della vita politica e della vita pubblica. Noi siamo interpreti della Costituzione», sono state le prime parole del neopresidente.

L’elezione è stata particolarmente sofferta ed è frutto del passo indietro del presidente uscente e più votato tra gli eletti, Luca Poniz, anche lui di Area. Sul suo nome pesava il veto di Magistratura indipendente, che chiedeva discontinuità gestionale non solo nei programmi ma anche nelle persone. 

Poniz è intervenuto in riunione spiegando il suo passo indietro e rivolgendosi direttamente a Mi: «Alle elezioni di ottobre mi sono candidato solo per spirito di servizio. Ho a cuore l’Anm e per questo non tollero di essere considerato un problema. Trovo che chi ha fatto questa operazione sia indecente e se ne assume la responsabilità, io starò nel comitato direttivo centrale perché me lo hanno chiesto gli elettori».
Santalucia, magistrato della Corte di Cassazione, dove è in servizio alla prima sezione penale, è stato capo dell'Ufficio legislativo del ministero della Giustizia ed è esponente di Magistratura democratica ma convinto sostenitore della “fusione” in Area.

Sul suo nome è stata trovata la convergenza quasi unanime: è stato eletto con 30 voti su 36 componenti. A suo sostegno ci sono Area, Magistratura indipendente, Unicost e AeI. Fuori è rimasta solo la lista di Articolo 101, quella degli “anticorrentisti”.

Alla fine, dunque, Area ha scelto di chiedere il passo indietro di Luca Poniz ma ha scelto al suo posto Santalucia e non la seconda più votata, la magistrata Silvia Albano. Si è persa quindi l’occasione per una presidenza femminile.

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