«Io è da trent’anni che giro l’Europa e il mondo. Per la lotta alle mafie ci sono strutture a livello europeo, a partire dall’Interpol, che facilitano lo scambio di informazioni tra i vari paesi. Però l’Italia sul piano politico è debole, i centri di coordinamento hanno sede all’estero, quello per la ’ndrangheta è a Lione». Parla così Nicola Gratteri, dallo scorso settembre procuratore capo di Napoli, intervenuto a “L’Europa di Domani”, il festival del nostro giornale in corso giovedì 23 e venerdì 24 alla sede della Camera di commercio di Roma.

In Spagna e Olanda

Intervistato da Giulia Merlo in un panel dal titolo “La lotta alla mafia come priorità in Europa”, Gratteri ha offerto un quadro della situazione in alcuni paesi europei. Le difficoltà della lotta alle mafie in Spagna, paese che «svolge il ruolo di piattaforma nello stoccaggio di cocaina», con un sistema giudiziario e una reazione molto lenta (servono anche venti giorni per disporre delle intercettazioni).

E poi il caso dell’Olanda: «Già decenni fa mettevo in guardia dalla presenza della ’ndrangheta lì, lo dicevo ai procuratori di Amsterdam e Rotterdam. Ma non mi hanno dato ascolto. Poi l’anno scorso hanno ammazzato un giornalista, un avvocato e un collaboratore di giustizia. Quindi sono entrati nel panico, vari ministri olandesi hanno chiesto di incontrarmi».

Contro il riciclaggio

Gratteri ha poi difeso le intercettazioni telefoniche come strumento fondamentale per la lotta contro la mafia: «Limitarle vuol dire non toccare i soggetti a metà strada tra politica e malaffare, un mondo che si vuole proteggere. Purtroppo gli stati più ricchi non hanno interesse a contrastare le mafie evolute che fanno riciclaggio, dato che nel conteggio del Pil vengono calcolate anche queste attività. C’è una direttiva europea che invita gli stati a porre un limite alla circolazione del contante a 10mila euro, ma non è applicata».

Gratteri ha anche risposto alle critiche seguite alla sua nomina a procuratore capo di Napoli, che ha suscitato grande dibattito al Csm. «Si è detto che lei conosce bene la ’ndrangheta ma poco la camorra», ha notato Merlo. «In realtà io negli anni ho studiato e viaggiato molto, ho visto la camorra in Sudamerica come in Africa – ha replicato Gratteri – E poi a Napoli ho investigatori di altissimo livello con cui ho già lavorato a Catanzaro. Alla fine conta la voglia di spendersi al massimo: c’è una crisi di vocazione al sacrificio, ma magistrati e investigatori devono gettare il cuore oltre l’ostacolo».

Gli altri incontri

Nei due giorni di incontri e dibattiti in programma giovedì e venerdì sono stati indagati i temi centrali del progetto europeo. Per affrontare le trasformazioni della vita pubblica – dall’economia alla politica, dalla giustizia alla letteratura fino allo sport – con i giornalisti di Domani sono saliti sul palco esponenti delle istituzioni, leader politici e sindacali, ministri e analisti. Venerdì mattina interverrà anche la segretaria del Pd Elly Schlein, intervistata dal direttore Emiliano Fittipaldi, mentre nel pomeriggio sarà la volta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

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