Il governo Meloni mantiene fede alla linea filo ucriaina anche in materia di crimini di guerra, ma il guardasigilli Carlo Nordio è su posizioni diverse rispetto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen su come processarli.

Crimini di guerra

Nordio è appena rientrato dal G7 della Giustizia che si è svolto a Berlino. In quella sede il tema principale è stato la lotta ai crimini di guerra in Ucraina, con la presenza anche di una delegazione di Kiev e il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Ahmad Khan. Per ora, i dati delle autorità ucraine sono di quasi 50mila casi di possibili crimini di guerra documentati, con l’identificazione di circa 600 sospetti, mentre diversi stati hanno avviato le indagini su questi fatti.

L’accordo al termine dell’incontro ha stabilito che gli stati parte del G7 svolgeranno indagini coordinate sui crimini di guerra in Ucraina, con un “centro di contatto” in ogni paese per coordinare le inchieste.

Su come processare questi reati, tuttavia, l’Italia per bocca di Nordio ha espresso una posizione diversa rispetto a quella di Von der Leyen.

Quale tribunale

Nordio, infatti, ha detto di essere in favore del«potenziamento della Corte penale internazionale penale», spiegando che «alcuni vorrebbero istituire un tribunale speciale per i crimini in Ucraina. In realtà il Tribunale penale internazionale esiste già, e quindi probabilmente sarebbe meglio utilizzare questa struttura, che ha una giurisprudenza consolidata, anche per i crimini che sono stati commessi in Ucraina», ha detto a margine dei lavori.

A preferire invece la soluzione del tribunale speciale, invece, è addirittura la Commissione europea.

Von der Leyen, ha detto che «pur continuando a sostenere la Corte penale internazionale, proponiamo di istituire un tribunale speciale sostenuto dalle Nazioni unite per indagare e perseguire i crimini di aggressione della Russia» contro l’Ucraina. 

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