Care lettrici, cari lettori

la settimana della giustizia si è aperta con un nuovo tassello dello scontro tra governo e toghe, che ha avuto come occasione l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense.

In quella sede il sottosegretario Alfredo Mantovano ha attaccato i magistrati che «si sentono establishment» e immediatamente ha provocato la risposta dell’Anm. Sui toni di questo nuovo scontro ha scritto l’avvocato Cataldo Intrieri, secondo cui Mantovano ha esposto il manifesto del sovranismo giudiziario dei conservatori italiani guidati da Meloni. Obiettivo: demolire il valore universale dei principi scritti nelle convenzioni internazionali.

Un altro tema centrale nel dibattito della settimana ha riguardato la sentenza per il femminicidio Cecchettin e l’esclusione dell’aggravante della crudeltà per Filippo Turetta, che ha messo ancora una volta in luce come il linguaggio tecnico giudiziario mal si coniughi con il sentire a caldo dell’opinione pubblica. Su questo è intervenuta con una analisi l’avvocata di Differenza Donna, Ilaria Boiano.

Inaugurazione anno giudiziario del Cnf

Il 7 aprile il Consiglio nazionale forense ha celebrato l’apertura dell’anno giudiziario dell’avvocatura. In questa sede, il presidente Francesco Greco ha detto che «oltre alle tensioni internazionali, alla compressione del libero esercizio del diritto di difesa, l'attività del difensore è seriamente compromessa da una consapevole, in taluni casi, o inconsapevole, in altri casi, confusione del ruolo dell'avvocato con quello del suo assistito». Poi ha sottolineato che «l'ingresso della tecnologia in tutte le discipline del genere umano è inarrestabile», «ma nel campo dei diritti, dobbiamo domandarci, se può essere 'giusto', nel senso costituzionalmente orientato, il processo governato dall'Intelligenza Artificiale?» poi si è detto soddisfatto «per avere letto nella bozza di disegno di legge governativo, già approvato in Senato, che non è previsto l'uso dell'intelligenza artificiale nella redazione degli atti giudiziari. Però, mi permetto di osservare, manca la previsione del destino del provvedimento giudiziario redatto con l'ausilio della macchina, in violazione della disposizione che non ne consente l'uso».

La prima presidente di Cassazione, Margherita Cassano, ha detto che «Il difensore è un protagonista ineliminabile della giurisdizione perché è colui che introduce nel processo non solo la domanda della parte ma la richiesta di tutela della persona» e «sono maturi i tempi per una condivisione da parte di magistrati e avvocati di una visione di ampio respiro».

Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, invece ha ricordato come «non possiamo non osservare che l'intera Europa, e l'Italia in particolare, sono interessate da epocali trasformazioni demografiche che rendono obsoleta l'attuale distribuzione degli uffici e soprattutto la relativa dotazione di risorse e di competenze. Secondo uno studio recente, nel 2050 la popolazione mondiale conterà 250 milioni di popolazione africana in più e 45 milioni di popolazione europea in meno. Come tutto ciò impatterà nella risposta del servizio giustizia?».

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha sottolineato l’importanza della separazione delle carriere: «La separazione delle carriere sarà realmente superata quando l'avvocatura entrerà a pieno diritto nell'ambito della giurisdizione» e «io credo che un buon giudice debba aver rivestito il ruolo di pubblico ministero ma anche il ruolo di avvocato altrimenti è un giudice monco» e «nel mio mondo ideale un domani dovremmo avere una giurisdizione veramente composta di avvocati, pubblici ministeri e giudici che siano tra di loro interscambiabili. Per adesso accontentiamoci del fatto di applicare il precetto costituzionale che il giudice deve essere terzo e imparziale e per arrivare a questo la separazione delle carriere è la condicio sine qua non».

L’intervento di Mantovano

Durante l’inaugurazione, molto duro è stato l’intervento del sottosegretario Mantovano, che ha anche esulato dal contesto in cui si trovava a parlare per aprire un nuovo fronte di polemica con le toghe. «Non riduciamo questo scenario a un racconto di toghe rosse in azione, che forse aveva senso 30 anni fa, ma adesso appare macchiettistico: è qualcosa di più complesso e di più grave, è un cronico sviamento della funzione giudiziaria» che «deraglia dai propri confini e decide le politiche sui temi più sensibili, e chi quelle politiche deve applicare». Secondo lui, il rischio è che «la magistratura percepisca sé stessa non già come chi è chiamato a esercitare l'arte regale dello jus dicere nel caso concreto, bensì come parte di un establishment che ha la funzione di arginare la 'pericolosa' deriva della coerenza fra la manifestazione del voto, la rappresentanza politica e l'azione di governo».

Parole molto dure che hanno prodotto immediata reazione dell’Anm, con Stefano Celli: «Se proprio il governo ritiene di essere limitato da questo esercizio di poteri e se fosse vero che qualcuno di noi ha esercitato un potere che non è suo, si può ricorrere alla Corte costituzionale per il conflitto di attribuzione».

Il presidente dell’Anm, Cesare Parodi, invece, ha smorzato: : «Mantovano è una persona di grande intelligenza e di grande cultura, quello che lui dice non è mai un caso e lo dice con forme e un'intensità che non possiamo ignorare. Ma non credo assolutamente che ci sia una volontà della Giustizia italiana di sovrapporsi o limitare quello che è il potere dell'esecutivo, sarebbe una scelta folle».

Riforma della magistratura onoraria

Il Senato ha approvato in via definitiva la riforma della magistratura onoraria, che stabilizza i giudici di pace e i vpo fino alla pensione, introduce tutela assistenziali e previdenziali come ferie e malattia, un trattamento di fine rapporto e un preciso inquadramento retributivo e regola compiutamente sia il rapporto di lavoro di coloro che optano per l'esercizio esclusivo delle funzioni onoraria sia di coloro che non hanno esercitato tale opzione.

«Un passo storico che mette fine a decenni di attese e restituisce dignità, diritti e tutele a migliaia di servitori dello Stato. Mai più figli di un Dio minore», ha detto Andrea Delmastro delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia.

Critica l’opposizione, che con Anna Rossomando ha segnalato che «Tra le mancanze evidenti ci sono i diritti previdenziali, i costi del ricongiungimento pensionistico, l’indennità per i non esclusivisti minore a quanto percepiscono oggi e il mancato inserimento di un meccanismo di progressione economica».

Plauso è arrivato anche dall’Anm: «Inizia a restituire dignità ai tanti giudici e vice procuratori onorari che, senza tutele sociali, hanno sempre fornito il proprio encomiabile contributo all'amministrazione della giustizia con dignità e onore». 

Riforma della Corte dei conti

Prosegue il suo iter alla Camera la riforma della Corte dei conti, contro cui i magistrati contabili si stanno mobilitando. L’Aula ha respinto le pregiudiziali presentate da M5s, Pd e Avs alla proposta di legge e l’approvazione è prevista prima di Pasqua. Qui trovate un approfondimento.

Sulle riforme, l’Associazione Magistrati della Corte dei conti ha organizzato un incontro-dibattito dal titolo “Dalla parte dei cittadini, le riforme della magistratura e il futuro del paese” per martedì 15 aprile, presso la sala convegni dell’hotel NH di Roma, in via dei Gracchi 324, che potrà essere seguito anche in diretta web.

Giustizia e Pnrr

Il ministero della Giustizia ha fatto sapere che è stato raggiunto l’obiettivo intermedio per lo smaltimento delle pendenze civili più risalenti, previsto per la fine del 2024. Nelle Corti d'appello l'arretrato del 2019 è quasi eliminato.

Secondo i dati, a fine 2024, le percentuali di riduzione rispetto ai valori baseline del 2019 sono, a fronte di un target previsto di -95% : - 99,4% procedimenti civili pendenti con annualità sino al 2017 nelle Corti di appello, - 93,2% procedimenti civili pendenti con annualità sino al 2016 nei Tribunali.

La tendenza di riduzione delle pendenze civili è positiva anche in vista dell'obiettivo di smaltimento da raggiungere entro giugno 2026.

Rispetto ai valori baseline del 2022, a fronte di un target previsto di -90%, il dato del 2024 riporta le seguenti percentuali di riduzione: - 70,5% procedimenti civili pendenti con annualità compresa tra il 2018 e il 2022 in Corte di appello, e - 73,3% procedimenti civili pendenti con annualità compresa tra il 2017 e il 2022 in Tribunale.

In costante riduzione anche l'arretrato Legge Pinto che rispetto al 2019 è diminuito del 45,5% in Corte di appello e del 37,9% in Tribunale.

Con riguardo al disposition time (DT), l'indicatore di durata che misura il rapporto tra i processi pendenti e quelli definiti, i dati 2024 indicano una riduzione, rispetto al 2019, pari a: - 20,1% nel settore civile, e a - 28,0% nel settore penale

Nel settore penale, infine, la variazione complessiva supera il target del -25% entro giugno 2026; più contenuto il calo in ambito civile rispetto all'obiettivo di riduzione del 40% entro la stessa scadenza.

La Relazione segnala come fattore critico l'aumento delle iscrizioni, soprattutto in alcune materie che, unitamente alla sostanziale stabilità delle definizioni, ha rallentato il trend di riduzione del DT civile nell'ultimo anno. 

Linee guida sugli interventi pubblici delle toghe

Il consigliere laico di area Fratelli d’Italia, Felice Giuffrè, ha chiesto l’apertura di una nuova pratica «per la definizione delle linee guida in ordine alla partecipazione dei magistrati ad eventi pubblici e per l’esercizio della libertà di manifestazione del pensiero, di riunione e di associazione nel rispetto dell’interesse costituzionale alla garanzia del prestigio, della credibilità, dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura».

Sull’iniziativa di Giuffrè, Musolino ha commentato con Domani che «mi pare che sia in atto un tentativo di ridurre gli spazi di intervento dei magistrati nel dibattito pubblico. E’ un tema delicato, perché morigeratezza e sobrietà fanno parte del nostro dover essere. Tuttavia, al di fuori di questi criteri e di quelli che determinano concrete incompatibilità processuali, gli altri limiti che si vorrebbero imporre presentano rigidità che avrebbero preoccupanti effetti inibitori».

Qui trovate tutti i contenuti della proposta e i temi in discussione.

Errori giudiziari

La proposta di legge per istituire per il 17 giugno la giornata nazionale i memoria delle vittime di errori giudiziari è in salita. Il testo era stato proposto da Iv, Lega e Forza Italia ma arriverà in Aula senza il mandato ai relatori, Andrea Pellicini della Lega e Francesco Bonifazi di Italia viva, non concordi su un rinvio rispetto al voto sulle proposte emendative.

Caos sulla legge Severino

Forza Italia è convinta a portare avanti la proposta di legge per la modifica della legge Severino, hanno fatto sapere il capogruppo alla Camera Tommaso Calderone, Pietro Pittalis, Enrico Costa e Davide Bellomo

«Riteniamo che la legge Severino contrasti in molte parti con la presunzione di innocenza ed abbia determinato la sospensione dalla carica di molte persone innocenti che nei gradi successivi sono state assolte, con ciò capovolgendo il responso elettorale».

Tuttavia su questo l’accordo in maggioranza non c’è e il ministro Nordio, durante un question time, ha detto che «Ci rendiamo conto che la legge Severino confligge almeno teoricamente con il principio della presunzione di innocenza. D’altro canto, questo principio è già affievolito in altre situazioni del nostro codice di procedura penale» e «in questo momento la nostra maggiore preoccupazione è la lotta alla criminalità amministrativa. Quindi, non possiamo e non intendiamo cambiare l’ordinamento che c’è».

Secca la risposta di FI: «la sua risposta contraddice l'impegno assunto dal Governo in Parlamento ad adottare tutte le iniziative di propria competenza finalizzate a sopprimere l'istituto della sospensione dalle cariche... in conseguenza di condanna non definitiva».

La strada, dunque, appare più che in salita.

Il sovraffollamento nelle carceri

Durante il question time, Nordio ha parlato anche di carceri e ha detto che «se aumenta il numero dei carcerati non è colpa del Governo, ma di chi commette dei reati e della magistratura che li mette in prigione, anche perché non risulta che siano stati imprigionati in base a nuove leggi promulgate da questo Parlamento».

Una lettura che non ha convinto le toghe, che con Giovanni Zaccaro di Area hanno replicato: «il ministro un giorno accusa i magistrati di eludere le leggi mentre il giorno dopo li accusa di applicarle, mandando le persone in carcere. Un giorno alza le pene ed i casi di arresti in flagranza (dal decreto Caivano al decreto sicurezza), il giorno dopo non si spiega perché la popolazione carceraria aumenta».

Sul tema è intervenuta anche l’associazione Antigone con il suo presidente, che ha ricordato come «Il sovraffollamento carcerario - che oggi è arrivato anche nelle carceri minorili, cosa mai accaduta prima - è indubbiamente colpa di alcune leggi del governo, come l'inasprimento delle pene per i reati di lieve entità legati alle droghe e le altre norme del decreto Caivano. E quando sarà in vigore il decreto sicurezza, con il delitto di rivolta penitenziaria che punirà chi protesta senza uso della violenza, le carceri esploderanno. Il discorso pubblico del governo, inoltre, spinge le forze di polizia a effettuare più arresti, come sottolineano anche i dati relativi a Milano, diffusi dal Questore, il quale ha riportato come negli ultimi mesi ci sia stato un aumento degli arresti a fronte di un calo dei reati».

L’incontro Anm-Nordio

L'Anm guidata da Cesare Parodi incontrerà il governo martedì 15 aprile, nella persona di Nordio. I temi all’ordine del giorno sono la questione della app del processo, la carenza del personale amministrativo negli uffici giudiziari e vari aspetti legati alla geografia giudiziaria, tra chiusure di tribunali, accorpamento delle loro attività o nuove sezioni.

«Le aspettative sono sicuramente positive perché sappiamo di parlare di una serie di temi legati all'attività giudiziaria, su cui abbiamo colto un interesse del governo per far sì che alcuni aspetti vengano migliorati», ha detto Parodi, che in settimana ha incontrato i gruppi parlamentari delle opposizioni.

Nomine al Csm

Uffici direttivi:

Presidente tribunale Aosta: nominato Giuseppe Marra, attualmente magistrato addetto all’ufficio del massimario e del ruolo, Corte di cassazione

Uffici semidirettivi:

Procuratore aggiunto Roma: nominato Antonino Di Maio, attualmente sostituto procuratore Roma

Procuratore aggiunto Bari: nominato Giuseppe Gatti, attualmente sostituto procuratore DNAA

Presidente sezione corte appello Palermo: nominato Enzo Agate, attualmente presidente sezione tribunale Trapani

Presidente sezione tribunale Catanzaro: nominato Alfredo Cosenza, attualmente giudice tribunale Cosenza

Presidente sezione tribunale Catanzaro: nominato Massimo Forciniti, attualmente giudice tribunale Crotone

Presidente sezione tribunale Genova: nominato Daniele Bianchi, attualmente giudice tribunale Genova

Presidente sezione tribunale Torino: nominata Loretta Bianco, attualmente giudice tribunale Torino

Presidente sezione tribunale Cosenza: nominata Giuseppa Anna Ferrucci, attualmente presidente sezione tribunale Castrovillari

Presidente sezione tribunale Reggio Calabria: nominato Francesco Petrone, attualmente presidente sezione tribunale Palmi

Presidente sezione tribunale Roma: nominata Paola Agresti, attualmente consigliere corte appello Roma

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