Il Consiglio superiore della magistratura prova ad andare avanti anche se è chiaro che «sono necessari e importanti interventi riformatori», come dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. 

Il capo dello Stato, che è anche il presidente del Csm, ha condotto i lavori del plenum straordinario, a cui ha preso parte anche la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Non si è però parlato di riforma dell’organo – argomento al quale sarà dedicato un incontro futuro con la Guardasigilli - ma l’argomento centrale è stata l’approvazione del parere in merito alla procura europea.

La procura europea

Il parere è stato approvato con tre astensioni, ma il Csm valuterà eventuali ulteriori criticità che potrebbero creare problemi al funzionamento della nuova super-procura europea.

Quando sarà operativa, avrà la titolarità esclusiva dell’azione penale in materia di reati contro gli interessi finanziari dell’Unione europea. Reati tributari, dunque, ma che in un paese come l’Italia spesso si intrecciano anche con altri reati e in particolare quelli che riguardano le organizzazioni criminali e mafiose.

Proprio questo elemento è stato sollevato come problema di coordinamento. La procura europea opererà in Italia con 20 magistrati, le cui nomine verranno presto approvate dal Csm attraverso una procedura di interpello per la raccolta delle candidature (in ritardo rispetto agli altri 22 paesi aderenti).

Quanto ai criteri per la scelta dei 20 procuratori europei delegati, che lavoreranno sul territorio italiano ma risponderanno alla procura europea con sede in Lussemburgo, verrà privilegiata la conoscenza della lingua inglese, l’esperienza in indagini contro la pubblica amministrazione, la criminalità economica e le esperienze pregresse di cooperazione giudiziaria internazionale.

La super-procura europea avrà un ruolo fondamentale soprattutto nella fase di utilizzo dei fondi del Recovery fund. La ministra Cartabia ha sottolineato nel suo intervento che «occorre impedire che le distorsioni illecite nell’impiego dei fondi europei riducano il potenziale straordinario di crescita proprio di questa misura. Non possiamo permetterci di vanificare, anche solo in parte, una occasione preziosa di ripresa». Perchè il nuovo organismo inizi ad operare secondo i tempi previsti, però, è necessaro recuperare «il ritardo accumulato nelle precedenti fasi di adeguamento dell’ordinamento interno alle rilevanti normative europee». 

Le criticità

Il progetto della nuova procura europea è stata anche oggetto di critiche da parte del plenum, come già era stato nei precedenti dibattiti. Lo scorso febbraio era stato Nino di Matteo a sollevare la questione del rischio che la «procura europea possa finire per indebolire l'attività di contrasto alle mafie, nella quale il nostro Paese dovrebbe rappresentare l'esempio da imitare».

La ragione delle preoccupazioni riguarda sia i criteri con cui vengono selezionati i magistrati europei, sia il fatto che il procuratore capo europeo sia di nomina politica. Il rischio, riassunto dal consigliere laico Stefano Cavanna riguardano la discrezionalità dell’avocazione delle inchieste, con il rischio di «sottrazione delle inchieste italiane soprattutto del sud Italia che si intrecciano con quelle di criminalità organizzata» e dunque di nuocere alla capacità inquirente italiana.

Il problema di coordinamento tra le competenze europee e quelle italiane è stato ridimensionato da Cartabia, secondo cui ci sarà una «integrazione su diversi livelli e verticale dell’amministrazione della giustizia», sottolineando che nel delineare la struttura della nuova procura ha prevalso come modello «il paradigma italiano della figura del pm, che si riflette nelle scelte strutturali della procura».

Tradotto: la procura europea somiglierà molto a quella italiana, solo con un campo d’azione più vasto territorialmente e più circoscritto nei reati da indagare, sull’impronta della direzione nazionale antimafia. La sfida chiesta da Cartabia è quella di «vedere orizzonti nuovi dove sembrano profilarsi solo confini».

Se ora le competenze della procura europea sono limitate ai reati lesivi degli interessi dinanziari dell’Ue, è chiaro che la prospettiva è quella di ampliarle gradualmente. Su questo punto è intervenuto il vicepresidente del Csm, David Ermini, secondo cui «attraverso l’istituzione della procura europea passa la costruzione di un’Europa finalmente libera da gelosie nazionali e orgogliosa del suo essere comunità».

Un superamento dei limiti nazionali che, tuttavia, sarà tutt’altro che semplice a causa della difficoltà di rendere omogenee procedure di indagine, riti processuali e fattispecie di reato nei diversi paesi Ue. 

La transizione è tutta da costruire, ha detto anche Mattarella, sottolineando che il progetto «è complesso da realizzare» e sono «indispensabili soluzioni comuni a fronte di quadri nazionali» spesso difformi.

La riforma del Csm

A margine del dibattito, però, è stato il vicepresidente del Csm David Ermini a ritornare sull’argomento che anche in questi giorni è stato centrale: la riforma dell’organo di governo autonomo della magistratura. Il disegno di legge è all’esame delle camere e il Csm sta affrontando il complicato passaggio dell’approvazione del parere sul testo, che già ha provocato divisioni interne.

«Gli scandali possono generare anche opportunità, purché si sappia riflettere sui propri errori invertendo rotte e imboccando cammini virtuosi», ha detto Ermini riferendosi al caso Palamara e allo scandalo delle nomine pilotate. «La gran parte dei magistrati ha voglia e bisogno di riscatto, e il Consiglio superiore ha il dovere di non deludere le aspettative di rinnovamento». 

Ermini ha sottolineato l’urgenza della riforma del Csm e invitato Cartabia a tornare al consiglio per un confronto nel dettaglio sul testo di legge, che ha già sollevato molte perplessità tra le toghe.

In attesa di tornare sul testo della riforma del sistema elettorale e del meccanismo delle nomine dirigenziali del Csm, il plenum ora si è impegnato a dare impulso all’individuazione dei procuratori europei delegati.

E anche dalla qualità dei nomi di chi si presenterà per svolgere questo nuovo compito sarà possibile valutarne le prospettive di riuscita, almeno nell’immediato futuro.

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