Sono Veronica Vaccaro, giudice del Tribunale di Gela, candidata alle prossime elezioni del CSM del 18 e 19 settembre, sorteggiata dal Comitato Altra Proposta per la lista giudicanti nel collegio n. 4 comprendente la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e la Puglia.

Sono nata a Piacenza e sono cresciuta a Velletri in provincia di Roma; sono stata nominata con D.M. 18/1/2002 e dal 13 ottobre 2003 svolgo le funzioni di giudice presso il Tribunale di Gela. Ho svolto le funzioni penali sia dibattimentali, sia di Gip/Gup sino al gennaio 2017 e da allora sono giudice civile.

A causa dei frequenti turnover che hanno caratterizzato da sempre il presidio giudiziario di Gela, ho periodicamente gestito oltre al ruolo tabellarmente assegnatomi, anche altro ruolo in supplenza, a causa delle improvvise scoperture per trasferimenti o maternità dei colleghi.

Il mio criterio ispiratore in questo ventennio di funzioni giurisdizionali è stato il principio di “buon andamento e imparzialità dell’amministrazione” della giustizia espresso dall’art. 97 della Costituzione.

Ho interpretato l’ufficio infatti come un servizio a favore dei cittadini, posponendo il mio interesse personale e familiare ai miei doveri d’ufficio. Ho definito nell’ultimo quinquennio (dal 171/2017 al 30/6/2022) 3568 procedimenti di cui 1135 con sentenza; alcuni provvedimenti, sia civili che penali, sono stati pubblicati su riviste specializzate. Durante la pandemia ho regolarmente celebrato udienza telematica, che ho sperimentato con priorità assoluta nel panorama nazionale. Non ho arretrato.

Sono stata componente del Consiglio Giudiziario, della Commissione Flussi e del Comitato pari opportunità, giudice coordinatore dell’ufficio Gip/Gup e della sezione civile e in supplenza ho svolto funzioni direttive e semidirettive.

La mia candidatura nasce dall’accettazione del sorteggio su circa 9000 nominativi, organizzato dal Comitato Altra Proposta nel febbraio 2022, presso il notaio Vincenzo Papi di Roma, per contrastare la politica delle correnti nella magistratura, con lo scopo di garantire autonomia e indipendenza dei candidati al CSM da logiche correntizie.

La genesi della mia candidatura è garanzia di imparzialità nell’esercizio delle eventuali future funzioni amministrative nel Consiglio Superiore.

Così come ho scritto migliaia di sentenze, così eserciterei dette funzioni, dando conto dei presupposti di fatto e delle ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione, in relazione alle risultanze dell’istruttoria, come prescrive l’art. 3 sull’obbligo di motivazione previsto dalla legge generale del procedimento amministrativo n. 241 del 1990, applicabile già prima del suo richiamo ad opera della riforma Cartabia di cui all’art. 2 co.1 della legge 17 giugno 2022, n. 71.

Il mio programma

I gravosi carichi di lavoro gestiti a Gela per un ventennio e altri problemi lavorativi vissuti sulla propria pelle, che sono comuni all’intera categoria, rappresentano per me la causa dell’accettazione di questa candidatura con lo scopo di poterli risolvere.

Il mio programma può riassumersi in sei punti:

1) Promozione del carico di lavoro unico nazionale, determinato secondo criteri quantitativi e qualitativi che tengano conto non solo del numero dei procedimenti, ma anche della loro complessità, al fine di rendere omogenea la prestazione lavorativa su tutto il territorio nazionale e di attuare in concreto quel “benessere fisico e psicologico” dei magistrati previsto dalla norma espressa dall’art. 259 della circolare sulla formazione delle tabelle di organizzazione degli uffici giudiziari per il triennio 2020-2022 del 23 luglio 2020, che sinora è rimasto per lo più lettera morta; con conseguente sollecitazione del Ministero per la rideterminazione delle piante organiche in relazione alla effettiva capacità di lavoro dei magistrati e dei flussi di lavoro.

2) Modifica delle modalità di trasferimento d’ufficio presso le sedi c.d. disagiate, garantendo un incentivo economico per restare e non per andare, allo scopo di fronteggiare la frequente scopertura dei ruoli.

3) Adozione nel breve periodo, in attesa dei decreti attuativi, di circolari suppletive dei decreti delegati previsti dalla riforma Cartabia, che tengano conto dei principi espressi dalla legge: indicazioni di criteri specifici per le nomine dei direttivi e semidirettive, che garantiscano la trasparenza delle decisioni e la valorizzazione del merito, riduzione del numero dei semidirettivi, obbligatorietà di audizione dei candidati per il conferimento degli incarichi, acquisizione del parere del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati su cui sono favorevole atteso che i primi che sperimentano ogni giorno come un magistrato lavora sono proprio gli avvocati, accesso agli incarichi fuori ruolo secondo un interpello pubblico con attribuzione di un valore recessivo dell’incarico rivestito fuori ruolo in sede di concorso direttivo e semidirettivo, rispetto al lavoro giudiziario.

4) Sollecitazione del Ministero della Giustizia per un aumento dell’organico dei magistrati distrettuali presso le Corti d’Appello allo scopo di far fronte in via preventiva alle improvvise scoperture dei ruoli per trasferimenti o congedi per lunghi periodi.

5) Sollecitazione del Ministero della Giustizia per il riconoscimento della retribuzione integrale comprensiva dell’indennità giornaliera, anche in caso di congedo per malattia, finora non prevista.

6) Opposizione all’adozione di sentenze predittive, emesse da sistemi di intelligenza artificiale secondo algoritmi addestrati, che seppure permetterebbero lo smaltimento dell’arretrato e la velocizzazione delle definizioni, annullerebbero l’alto valore umano della giurisdizione, che resta un fatto umano che richiede sempre il prudente apprezzamento del giudice. Il sistema delle sentenze predittive consentirebbe, infatti, un controllo politico della giurisdizione tramite criteri predeterminati da chi ha elaborato gli algoritmi, mentre per la tenuta di un sistema democratico è necessario che la giurisdizione sia autonoma da ogni altro potere dello Stato e che controlli la legittimità dell’operato del potere esecutivo e legislativo.

Aggiungo che la giurisdizione italiana è per tradizione storica la più sofisticata e garantista nel panorama mondiale e ritengo che dobbiamo essere consapevoli del valore della nostra cultura anche giuridica e restare fedeli alle nostre radici culturali per non perdere la nostra identità.

Interpreto l’ufficio del magistrato come un servizio a favore del popolo nel cui nome è amministrata la Giustizia, come prescrive l’art. 101 della nostra Costituzione e a questa interpretazione sono stata sempre fedele e sempre lo sarò, con l’auspicio di un nostro futuro migliore.

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