Ho deciso di candidarmi nel distretto di Napoli per ragioni di coerenza. Difatti, ai recenti referendum indetti dall’ANM, ho votato a favore del sorteggio per la scelta dei candidati da eleggere al CSM. Ritengo infatti che il “sorteggio temperato” (individuazione dei candidati estratti per sorte da sottoporre poi al vaglio degli elettori) costituisca, uno dei criteri oggettivi capaci recuperare la credibilità che la Magistratura ha perso a causa delle degenerazioni del correntismo.

In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una deriva clientelare ed autoreferenziale della magistratura, generata dalla riforma Mastella/Castelli la quale, ai fini della valutazione dei magistrati per il conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi, ha sostituito il criterio oggettivo dell’anzianità, quelli “soggettivi “ delle specifiche attitudini e del merito. Si tratta di scatole terminologiche vuote, idonee ad essere riempite di qualunque significato a secondo della convenienza. Si è così pervenuti alle “disgraziate” nomine a “pacchetto”, adottate dal CSM all’unanimità (si badi bene) per rispondere a logiche puramente spartitorie. Circostanza quest’ultima che ha trovato conferma nel fatto che dette nomine, annullate dal TAR e dal Consiglio di Stato, sono state pedissequamente testardamente riproposte dal CSM sempre all’unanimità.

il carrierismo

Il “carrierismo” ha infettato la magistratura, producendo gli effetti nefasti che sono sotto gli occhi di tutti. L’incarico al CSM spesso non è altro che il coronamento di una carriera politica iniziata con i Consigli giudiziari, proseguita con gli incarichi extragiudiziari o con le varie deleghe dei capi degli uffici, che sono in grado di costruire “la carriera” del magistrato appartenente alla loro corrente, assegnandogli quelle che sono definite in gergo “medagliette”, utili ai fini della valutazione delle attitudini specifiche.

I criteri oggettivi del sorteggio e dell’anzianità come strumento di trasparenza dell’agire del CSM per recuperare l’ormai compromessa credibilità della Magistratura. Tanto più che trattasi di criteri, quale quello in particolare dell’anzianità, mai abbandonati dalla Giustizia amministrativa, estranea agli scandali che invece hanno colpito la Magistratura Ordinaria

La soluzione dei problemi che attanagliano la Magistratura passa anche attraverso il criterio del carico unico nazionale esigibile. Esso, infatti, consentirà di ridisegnare la geografia giudiziaria assegnando magistrati e risorse amministrative in proporzione alle necessità dettate dalla domanda di giustizia. Vi è infatti l’assurdo che per la Corte d’Appello di Napoli il carico esigibile, a fronte della domanda, sia stato individuato in 120- 140 sentenze l’anno (a prescindere dalla complessità), mentre in Corti con minore aggravio di lavoro tale carico risulti dimezzato. Carico unico nazionale quale criterio oggettivo che consenta ai Tribunali in sofferenza (penso a quello di Napoli, al Tribunale di Napoli Nord, o di Torre Annunziata) di dare una risposta di giustizia proporzionata alla domanda.

Quanto agli incarichi direttivi e semidirettivi, per la nostra Costituzione i magistrati si distinguono tra loro solo per funzioni. Ne segue che essi devono essere temporanei : per esempio 5 anni non prorogabili e con necessità di un interregno temporale a prescindere dalla sede. Al contrario oggi l’incarico è quadriennale, prorogabile nella stessa sede per ulteriori 4 anni, ed ulteriormente prorogabile di (4 + 4) se si è disposti a cambiare sede, sicché può verificarsi che un magistrato che diventa Presidente di Tribunale o di Sezione, può continuare ad esserlo fino alla pensione.

Questi in estrema sintesi i capisaldi del mio impegno.

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