Il Piano di Rinascita e Resilienza destina ingenti fondi (circa 40 miliardi di Euro) allo sviluppo tecnologico ed alla Intelligenza Artificiale.

Questa missione merita incondizionata approvazione.

E’, tuttavia, necessario che i beneficiari (pubblici o provati) dei finanziamenti siano ad un tempo virtuosi, previdenti e consapevoli delle responsabilità.

Al momento, convivono in Italia piattaforme telematiche ben funzionanti e collaudate, con siti, anche di rilievo, pieni di falle ed insidie. Questo tema riguarderà l’abilità e le competenze degli appaltatori che saranno scelti.

La materia dell’informatica, ed ancor più l’Intelligenza Artificiale, richiamano, tuttavia, responsabilità di non poco conto, anche di natura penale.

Innumerevoli i reati che possono essere commessi con un sistema informatico, infinite le potenzialità criminogene della I.A,: per difetti di programmazione, manutenzione o gestione.

Non è tutto: entrambi gli strumenti possono essere oggetto di delitti o determinare violazioni della privacy severamente puniti.

La loro adozione andrà dunque seguita anche con l’occhio e l’esperienza del penalista, per evitare la dispersione di fondi preziosi.

Del resto, l’impiego snaturato di questi configura reati come la frode o violazioni tributarie ed anche illeciti contabili (non coperti dalla provvisoria esenzione).

Infine, i reati informatici comportano la responsabilità amministrativa degli enti. Ciò dovrebbe indurre all’adeguamento dei Modelli in uso

La distribuzione di tutti i fondi del Piano potrebbe, tuttavia, in un’ottica utopistica ma doverosa, costituire il momento opportuno per calibrare e ripensare la prospettiva di confezione di taluni di essi, la catena di responsabilità e le funzioni reali degli Organismi di vigilanza.

© Riproduzione riservata