Lo ripetono tutti gli organizzatori: «Ci siamo seduti al tavolo spogliandoci delle casacche dei partiti per abbracciare una battaglia culturale». Tradotto: il vicepresidente dei senatori Pd Gianni Pittella, Roberto Giachetti di Italia Viva, Enrico Costa e Alessandro Barbano di Azione, l’ex parlamentare di Fratelli d’Italia Guido Crosetto e Giusi Bartolozzi e Andrea Ruggieri di Forza italia parlano a titolo individuale.

Altrimenti, sarebbe un’alleanza ulteriormente inedita all’interno di questo arco parlamentare.

L’iniziativa che li vede coinvolti è quella del sito presuntoinnocente.com, un sito «per la giustizia giusta», lo definisce Enrico Costa, «I promotori, con percorsi differenti, si ritrovano su principi sanciti nella Costituzione, come la presunzione d'innocenza. Vogliamo dare voce a tante persone che hanno storie da raccontare».

Il senso del progetto è quello di aprire una sorta di piazza virtuale in cui i cittadini possano raccontare le loro storie legate alla giustizia e soprattutto alla malagiustizia e per raccogliere idee per la riforma della giustizia.

Nonostante ce ne sia una già in via di approvazione e un referendum – quello promosso dal partito radicale e dalla Lega – a provare ad aggiungere qualche pezzo. 

I due ispiratori “intellettuali” del progetto sono il presidente dell’Unione camere penali italiane Gian Domenico Caiazza, con cui molti dei promotori erano in piazza per chiedere la separazione delle carriere, e l’ex magistrato Carlo Nordio.

«Penso che la trasversalità di questa iniziativa sia molto importante»; ha spiegato Roberto Giachetti, parlando di ribaltamento culturale per cui la presunzione ormai è quella di colpevolezza e non quella di innocenza.

Anche Gianni Pittella, vicepresidente dei senatori Pd, ha messo l'accento sul fatto che questa concomitanza di sensibilità è preziosa per «per cogliere un'opportunità di riforma». Ed è suo l’accenno forse più inaspettato, perchè parla anche della separazione delle carriere come riforma necessaria: un tabù che rimane ancora intoccabile per molti all’interno del Partito democratico.

Nessuno di loro si esprime sulla riforma incardinata da Cartabia: il giudizio rimane sospeso, troppo spinoso perchè le trattative tra singoli partiti di appartenenza sono ancora aperti, e il tema esula dalle ragioni per cui l’iniziativa sarebbe nata. «Non ci siamo uniti intorno a un colore politico o per trattare argomenti di appannaggio del parlamento, ma è una iniziativa di singoli», ripete Costa.

Eppure, il punto politico c’è e la domanda è una: che tipo di pressione potranno esercitare questi singoli nei loro partiti, per orientarne l’agire politico in una direzione che, almeno per il sito web, è caratterizzata da una parola: garantisimo.

Per alcuni il lavoro è più semplice: Azione e Italia Viva. Crosetto è sempre stato un battitore libero, anche quando era parlamentare di Fratelli d’Italia. L’incognita invece è legata al Partito democratico, dove lo stesso segretario Enrico Letta ha addirittura cancellato la parola quando ha chiesto di smettere con la «guerra dei trent'anni tra giustizialisti e impunitisti».

Per ora, dunque, il tutto si ferma al sito web e oltre è impraticabile spingersi. Soprattutto quando di i singoli, usciti dalla sala stampa, devono reindossare la loro casacca politica e in ballo c’è una riforma della giustizia in corso di approvazione.

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