la battaglia tra politica e magistratura

La riforma della giustizia manda in confusione le toghe

La Presse
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  • L’Anm è in stato di agitazione, ma lo sciopero vero e proprio si deciderà a fine mese, quando però la riforma rischia di essere già stata approvata alla Camera. Da Cartabia non arrivano segnali di apertura alla mediazione.
  • Dentro la magistratura, però, cova il dubbio che uno sciopero ora possa contribuire alla crisi di credibilità che gli ultimi scandali – dal caso Palamara a quello sui verbali di Amara – hanno causato alla categoria.
  • La sensazione finale è che l’Anm sia stata colta alla sprovvista dalle modifiche apportate al testo in commissione. Perché il testo cambi l’unica mediazione possibile dovrebbe venire dal ministero, ma da via Arenula non arriva alcun segnale.

La riforma dell’ordinamento giudiziario è arrivata in aula alla Camera e, dopo qualche minaccia, il suo iter di approvazione sembra destinato a concludersi senza problemi. Il timore era che il fragile equilibrio costruito in commissione fosse di nuovo sul punto di saltare – con nuovi emendamenti presentati dai partiti di maggioranza – invece dall’aula sono arrivati segnali distensivi. Forza Italia, Partito democratico, Movimento 5 stelle, Azione e Leu non hanno presentato emendamenti, ment

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