Il fronte della magistratura togata si compatta contro l’iniziativa del governo di introdurre dei test psicoattitudinali come requisito per diventare magistrato.

Tutti i consiglieri togati del Csm, insieme ai laici Roberto Romboli in quota Pd e Michele Papa in quota Cinque stelle, hanno sottoscritto la richiesta dell’apertura urgente di una pratica in Sesta commissione avente ad oggetto la disamina della questione. 

Scrivono i consiglieri, infatti, che questa verifica di idoneità psicoattitudinale non è contemplata nello schema di decreto legislativo e sulla quale, quindi, il Csm non ha avuto modo di esprimersi quando ha emesso il suo parere.

«L'art. 106 della Costituzione prevede quale unico criterio di accesso alla magistratura professionale quello tecnico: "Le nomine dei magistrati hanno luogo per concorso". L’unicità del suddetto criterio sembra chiara ove si consideri la differenza con l'accesso alla pubblica amministrazione, laddove la procedura concorsuale è invece derogabile ex art. 97 Cost. ("Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge")», si legge nella richiesta, che continua: «Invero deve essere ricordato come il governo autonomo della magistratura conosca già reiterate e continue verifiche sull’equilibrio del magistrato che viene sottoposto a valutazione dal momento del suo tirocinio e, successivamente, con intervalli regolari ogni quattro anni. E’ in quest’ambito che il controllo sull’equilibrio dei singoli si dispiega in un contesto di salvaguardia dell’indipendenza della magistratura».

La saldatura

La questione è riuscita a unire il blocco dei venti consiglieri togati, dai progressisti di Area e Magistratura democratica fino a Unicost e ai due indipendenti, per includere anche i moderati di Magistratura indipendente, che da quando si è insediato il consiglio avevano invece mantenuto una posizione più vicina a quella dei laici di centrodestra, che non hanno firmato la richiesta di apertura della pratica.

L’iniziativa del governo

A scatenare l’iniziativa sono state le insistenti notizie sul fatto che, nella bozza di decreto legislativo sulla riforma dell’ordinamento giudiziario che sarà all’attenzione del prossimo consiglio dei ministri, verrà prevista l'introduzione di test psicoattitudinali.

Nella relazione illustrativa del decreto, infatti, si legge, che «in accoglimento delle osservazioni in tal senso formulate nei rispettivi pareri dalla Commissione Giustizia della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» viene inserito un nuovo comma che prevede che «terminate le prove orali debbano essere designati degli esperti qualificati per la verifica della idoneità psicoattitudinale allo svolgimento delle funzioni giudiziarie».

Quanto al metodo, «Le linee di indirizzo e le procedure per lo svolgimento degli accertamenti sono determinati dal Consiglio superiore della magistratura d'intesa con il ministro» e dunque «Otterranno la nomina a magistrato ordinario i concorrenti che saranno dichiarati idonei anche alla luce degli esiti dei test in parola». 

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