Il vicepremier Matteo Salvini ha attaccato la magistrata del tribunale dell’immigrazione, chiedendo la separazione delle carriere. Ma i due fatti non possono avere nulla a che vedere uno con l’altro, a meno che non voglia far capire che la separazione serva a fare in modo che il governo possa garantirsi un presidio politico in sede giudiziaria
Inaccettabile e inquietante il polverone polemico sollevato intorno al provvedimento della giudice di Catania che non ha convalidato un trattenimento in Cpr. Ometto il nome perché i magistrati non devono comparire in prima pagina, né per esecrabili linciaggi mediatici, come in questo caso; né per narcisistici sfoggi autopromozionali, come pure è accaduto: la collettività deve giudicare le parole della giustizia, non le labbra che le hanno pronunciate. Ovviamente la decisione, come ogni altro



