Mi sono spesso chiesta se i cittadini italiani conoscano il funzionamento e l’apporto della magistratura onoraria nel meccanismo della giustizia italiana.

La sentenza UX1 della Corte di giustizia del 16 luglio 2020 sullo stato giuridico della magistratura onoraria italiana, dopo anni di battaglie, ha aperto un nuovo ciclo della giurisprudenza comunitaria sulla tutela dei diritti fondamentali dei cittadini europei.

Ho amato moltissimo questa professione ed ho sempre cercato di condurla con impegno e dedizione in entrambi i ruoli che ho rivestito, ricavandone anche molte soddisfazioni a livello morale, ma anche molta delusione rispetto al trattamento che tutti i governi succedutisi ci hanno riservato.

Queste considerazioni non vogliono essere il solito excursus giuridico sulle norme che ci riguardano, ma solo la mia esperienza personale di avvocato che ha offerto trent’anni di lavoro, privo di ogni garanzia, allo Stato Italiano.

Sono stata pubblico ministero onorario per 12 anni a Roma e ho seguito e discusso processi estremamente delicati, quali colpe professionali mediche, omicidi colposi da sinistri stradali e infortuni sul lavoro, maltrattamenti in famiglia, usura ecc., e comunque tutti i reati un tempo di competenza del pretore e successivamente del giudice monocratico.

Dopo essermi dimessa dall’incarico di pm onorario, ho ricoperto per 18 anni il ruolo di Giudice di pace penale, 15 anni dei quali in un'altra città, dove sono stata per circa otto anni anche il coordinatore e dirigente amministrativo, nonché datore di lavoro e responsabile della sicurezza, nello stesso Ufficio in cui svolgevo contestualmente le funzioni di giudice.

Negli ultimi tre anni sono rientrata a Roma, terminando l’incarico nel gennaio 2019 come previsto dal relativo Decreto legislativo avendo raggiunto il limite di età di soli 68 anni.

Giudice di pace

Riguardo al ruolo del giudice di pace probabilmente non tutti sono a conoscenza del fatto che questa figura fa parte dell’ordinamento giudiziario e che esercita la giurisdizione in materia civile e penale, il che significa, soprattutto nell’ambito penale, trovarsi a dirimere controversie spesso molto delicate relative a reati come la diffamazione, le lesioni colpose e dolose, le minacce.

In questi lunghi anni mi sono trovata di frequente a dovermi occupare di reati di  diffamazione tra politici, tra primari di ospedali, nonché tra professionisti ed insegnanti, lesioni e minacce in ambito familiare, lesioni colpose da sinistro stradale con prognosi entro 20 giorni ma che sino al 2016 riguardavano anche lesioni gravissime: ricordo tra i tanti, un procedimento estremamente impegnativo che riguardava  una giovane donna vittima di un incidente stradale per la quale è stato necessario che  nominassi un curatore speciale in quanto “in stato di coma vegetativo”.

Nonostante la delicatezza delle questioni trattate e la trentennale attività giudiziaria svolta per lo Stato Italiano questa è stata qualificata onoraria, quando un incarico onorario dovrebbe durare al massimo tre o quattro anni e non certamente 30.

Tutti gli obblighi di un magistrato di ruolo, ma sempre privi di qualsiasi tutela di base che la nostra Costituzione garantisce ad ogni lavoratore.

In tutti questi anni ho sentito spesso ripetere la stessa domanda: «Ma chi ve lo ha fatto fare? perché avete chiesto i rinnovi? Potevate fare il concorso».

Ognuno ha il suo motivo, il mio è stato sempre lo stesso, sia quando avevo il ruolo di pubblico ministero che quando sono stata giudice e contestualmente coordinatore dell’ufficio: la volontà di dare un contributo alla giustizia non solo come difensore ma anche come magistrato, se pure onorario; devo altresì aggiungere che i dirigenti degli uffici hanno sempre specificamente richiesto per iscritto la disponibilità ad  accettare proroghe dell’incarico, sia per motivi di opportunità data la professionalità acquisita, sia, non posso negarlo,  per la valutazione positiva  del lavoro svolto.

I nostri compensi

 Negli ultimi tempi anche la magistratura di carriera sembra voler ammettere il notevole contributo fornito dagli “onorari” non solo perché l’Europa ha criticato lo Stato Italiano, aprendo una procedura d’infrazione, ma soprattutto perché i Procuratori non riescono ad andare in udienza almeno tre volte a settimana come sarebbe necessario e per i Giudici di ruolo l’assegnazione al Giudice di pace di molti reati, in passato affidati al Giudice monocratico, ha sensibilmente alleggerito i loro ruoli.

Si è mai chiesto il cittadino che si rivolge a noi, chiedendo una rapida giustizia, quali siano i nostri compensi?

Queste le indennità lorde previste per il Giudici di pace: indennità mensile € 258,30 pari ad € 8,61 giornalieri; eventuale indennità di coordinamento € 206,58 pari ad € 6,89 giornalieri; per ogni udienza € 36,15 e per ogni sentenza € 56, 81; per le archiviazioni ed i Decreti ingiuntivi € 10,33, e molti provvedimenti non vengono neppure remunerati. I compensi per udienza dei Vice Procuratori Onorari nel 1989 erano di L. 60.000, aumentata poi a L. 81.780, mentre ora è diventata di  € 98,00.

 Ci sono stati innumerevoli casi giudiziari che mi hanno rinforzato nella volontà di far capire quanto sia importante che i cittadini credano nella giustizia, ma soprattutto che comprendano anche come il trovare un accordo senza giungere ad una condanna o ad una assoluzione sia spesso preferibile.

Questo è anche il nostro compito di giudici di pace, perché la legge ce lo impone.

 La nostra è la giustizia di prossimità e perciò è così importante: tocca la vita di tutti i giorni: ho avuto le mie più grandi soddisfazioni proprio quando imputato e parte offesa si sono stretti la mano e mi hanno ringraziato per essere riuscita a metterli d’accordo.

La sezione stranieri

Con il trasferimento a Roma sono stata immediatamente precettata dal Presidente del Tribunale e assegnata d’imperio anche alla Sezione stranieri, con ciò verificandosi un ulteriore contraddizione, in quanto pur onoraria, senza alcuna copertura previdenziale e prossima alla cessazione dall’incarico, sono stata soggetta, come del resto tutti gli altri colleghi onorari, ai medesimi obblighi che il CSM ha stabilito per i magistrati di carriera.

Rivestendo il ruolo di onoraria non posso sottacere l’indennità a noi devoluta per ogni convalida di espulsione di stranieri, che ammonta solo ad € 10,00 lorde, pur implicando una notevole responsabilità: infatti è noto a tutti il caso della collega che per una attività di questo tipo è stata poi condannata alla pena di due anni e sei mesi ed interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per falso ideologico.

Risulta evidente, dunque, come questa breve sintesi della mia trentennale attività giurisdizionale, sia pure nella diversità delle esperienze individuali, fotografi le condizioni in cui versano da anni tutti i magistrati onorari.

Nella convinzione più profonda che ogni società civile debba riconoscere e rispettare i diritti di ognuno attribuendo a ciascuno ciò che gli è dovuto mi continuo a chiedere, senza poter trovare una risposta, come possa il nostro Paese così pieno di civiltà e di cultura essere completamente indifferente alle legittime istanze fondate sul rispetto della Carta costituzionale e dei suoi principi ispiratori.

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