Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per circa un mese pubblichiamo ampi stralci del resoconto dei lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta della X Legislatura che per prima provò a ricostruire l’operazione Gladio. Nelle conclusioni della Commissione resta una frase che pesa più delle altre: «Persistono elementi di ambiguità e reticenza nel rapporto tra struttura e istituzioni democratiche». È il linguaggio della politica per dire che qualcuno mentì


L’accordo italo-statunitense sulla organizzazione ed attivazione della rete Stay-behind includeva, fra gli impegni assunti dal Servizio Informazioni Usa, quello di fornire i fondi necessari per lo svolgimento dell’attività non coperta da parte italiana.

Tali fondi comprendevano anche quelli necessari «per la costituzione di riserve di materiali, armi e munizioni, di scorte, di fondi, ecc. per l’uso da parte delle reti» sulle quali si sarebbe articolata l’organizzazione.

L’apporto statunitense si concretizzò poi, oltre che nel conferimento di fondi, anche in invii di «materiali operativi», dei quali dà conto un appunto per il Capo del Servizio, intestato «Ufficio R — Sezione Sad» e datato 24 maggio 1960. Nel documento si legge infatti che « Il piano organizzativo dell’operazione ‘Gladio’ prevedeva l’intervento del Servizio Collegato per l’approvvigionamento della più gran parte delle dotazioni di materiali operativi. Aliquote di tali materiali sono giunte in tempi successivi negli anni 1959-60 all’aeroporto di Alghero o alla base di Napoli » (120).

«Tutto il materiale» — si legge ancora nell’appunto — è accantonato al Cag dove ha subito una revisione generale allo scopo di controllarne e di adeguarne la composizione e confezione, nonché di dotarlo di istruzioni per l’impiego in lingua italiana».

Dal già citato verbale delle riunioni svoltesi tra i rappresentanti dei Servizi italiano e statunitense alla fine di ottobre 1958, per esaminare congiuntamente lo stato dell’organizzazione «Gladio» a due anni di distanza dall’accordo del novembre 1956, risulta che il Servizio americano prevedeva, in quel momento, di poter fornire circa dieci tonnellate di materiali da destinare «al complesso periferico», che avrebbe dovuto essere costituito dai previsti ottantasette nuclei. In quell’occasione vennero ipotizzate quattro spedizioni, da effettuarsi nel corso del 1959 ed orientativa mente programmate per i mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre.

Da un appunto per il Capo della Sezione Sad, datato 9 luglio 1960, risulta che a quella data 102 casse di armi e materiali di provenienza Usa erano depositate presso magazzini militari statunitensi di Napoli, in attesa del successivo trasferimento al Cag di Alghero. Altri due appunti danno conto di altrettanti arrivi, in data 27 ottobre e 24 novembre 1959, di materiale bellico di provenienza Usa trasportato per via aerea ad una destinazione non esplicitata (ma verosimilmente ad Alghero).

Il materiale in questione era destinato ad essere occultato, fin dal tempo di pace, in appositi nascondigli interrati in zona di operazioni.

Vi erano, in primo luogo, «dotazioni complete» [due tabelle allegate all’appunto riportano dati dettagliati sulla quantità e qualità dei materiali acquisiti, così come sulla suddivisione degli stessi tra i diversi tipi di nuclei che, come già noto, erano cinque: nuclei informativi (sei), nuclei sabotaggio (dieci), nuclei propaganda (sei), nuclei evasione e fuga (sei) e nuclei guerriglia (dodici). Le dotazioni complete erano quelle relative ai sei nuclei informativi, ai dodici nuclei guerriglia, a tre dei sei nuclei propaganda, a sei dei dieci nuclei sabotaggio ed a tre dei sei nuclei evasione e fuga.

Si indicano poi di seguito i materiali di maggior importanza: 144 pacchi di esplosivi, 106 pacchi di armi, 62 pacchi di munizioni, 156 fucili di vario tipo, 106 moschetti automatici, 1372 bombe a mano, 24 mortai, 12 cannoni leggeri, 280 pistole di vario calibro, 150 pugnali, 24 lanciarazzi, 80 apparati radio, 48 radiotelefoni, 180 pacchi trappole, 52 binocoli, ecc] per 30 dei 40 nuclei previsti, i quali erano, dunque, meno della metà degli 87 originariamente ipotizzati nella riunione congiunta italo statunitense della fine di ottobre 1959. Vi erano poi, destinate alle cinque unità di pronto impiego, 1.000 carabine Winchester, nonché 50 apparati radio e 40 radiotelefoni.

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