Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della prima grande inchiesta di Giovanni Falcone, l’ordinanza di rinvio a giudizio “Rosario Spatola e altri” del 1980


Come si è visto, Filippo Ragusa e Filippo Ricupa erano arrivati a Palermo il 13 febbraio 1980; già la stessa sera, alle ore 21,43, Giorgio Muratore riceveva una telefonata e fissava un appuntamento per l'indomani, al solito posto, per le ore 16 (...). Tale appuntamento è preceduto da alcune telefonate di estremo interesse, da cui si desume che Giorgio Muratore ed altri hanno controllato il grado di purezza di partite di eroina.
Deve premettersi, per un'esatta comprensione delle telefonate, che il grado di purezza è fondamentale per determinare la qualità e, quindi, il prezzo - dell'eroina.
E' ovvio, dunque, che l'acquirente, prima di concludere l'affare, faccia accertare da persona di sua fiducia la qualità della droga. A tal fine, viene eseguito un semplice procedimento chimico, al quale fa riferimento la Finanza nel suo rapporto di denunzia (…) e che è sommariamente descritto anche da Albert Gillet, nel suo interrogatorio del 25.9.1980 (...): Viene fissato ad un termometro (cd. “termometro di controllo”) un capillare contenente il campione dell'eroina e, quindi, il termometro viene immerso in una vasca contenente paraffina bollente.

Quando l'eroina assume colore scuro, si accerta la temperatura indicata dal termometro, che deve essere, per un soddisfacente grado di purezza dello stupefacente, non inferiore a 235 gradi centigradi.
Orbene, il 14 febbraio 1980, alle ore 12,24 (e, quindi, prima dell'appuntamento fissato dal Muratore "al solito posto", per le ore 16, Letizia Lo Presti, cognata di Filippo Ragusa e sorella di Francesco Lo Presti, telefona alla moglie di quest'ultimo, Franca Battaglia […]. Alle 14,04 dello stesso giorno, Franca Battaglia, in Lo Presti, telefona alla cognata Letizia Lo Presti, in Di Pasquale, e dal tenore della telefonata si desume in modo certo che "Fifuzzo e Gino" (Filippo Ragusa e Giorgio Muratore) si sono recati a casa della seconda ed hanno effettuato i controlli sull'eroina, diretti ad accertarne la qualità. […] E' di tutta evidenza, dunque, che prima di recarsi all'appuntamento fissato per le ore 16 di quel giorno, Filippo Ragusa e Giorgio Muratore hanno effettuato in locali di pertinenza di Letizia Lo Presti, gli opportuni saggi per determinare il grado di purezza dell'eroina, avvalendosi del termometro che era custodito a casa di Franca Battaglia in Lo Presti e che era stato dato in custodia a quest'ultima da Mario Di Fasquale, marito della Lo Presti.
Grandissimo significato, acquista, alle stregua di quanto si è rilevato, l'appuntamento fissato per il pomeriggio del 14 febbraio 1980 ed infatti, poichè a tale appuntamento il Muratore ed il Ragusa sono andati avendo già accertato la qualità dell'eroina, è ben evidente che si è trattato di un incontro riguardante l'acquisto di una partita di droga.
E poichè il Ragusa è certamente un emissario delle "famiglie" degli U.S.A. destinatarie della merce ed il Muratore un semplice intermediario, ne segue che i personaggi con cui gli stessi si sono incontrati erano certamente interessati all'affare e che agli stessi doveva essere riferito quanto il Ragusa ed il Muratore avevano constatato personalmente.
Non è stato possibile identificare i personaggi che si sono incontrati col Ragusa e col Muratore, né se fossero emissari dei venditori o degli acquirenti.

È certo, però, che l'incontro vi è stato e che è avvenuto, alle ore 16,10 del 14.2.1980, presso l'Extrabar di questa piazza Politeama. Di tale incontro, militari della Guardia di Finanza sono stati spettatori non visti ed hanno scattato delle fotografie che sono allegate agli atti (...).
E' stato accertato, in particolare, che Giorgio Muratore e Filippo Ragusa erano giunti all'Extrabar alle ore 16,10 e che, alle ore 16,25, erano sopraggiunti altri due uomini; i quattro si erano trattenuti al bar fino alle ore 17 circa; quindi, il Ragusa ed il Muratore andavano via insieme, a bordo della vettura del secondo (targata FA 554817); uno dei due sconosciuti si allontanava e raggiungeva il negozio di mobili Euroarredo S.r.l., sito in questa Via Cavour, 64, mentre l'altro si dirigeva verso il ber Commercio di Piazza Sant'Oliva, dove si incontrava con un altro uomo, col quale faceva ritorno nei pressi dell'Extrabar ed ivi saliva a bordo di una Mercedes nera, targata F4 468193, occupata da altri tre uomini.

Si è trattato certamente di un incontro preparatorio della spedizione dell'eroina, poi sequestrata agli Adamita; e ciò anche se la droga è partita da Bagheria circa un mese dopo tale incontro.

Giova considerare, al riguardo, che, trattandosi di un affare di rilevante entità, le trattative non potevano che essere lunghe e complesse anche per stabilire le modalità più sicure per la spedizione della droga in U.S.A.. Si ricorda, in proposito, che i contatti fra Rolli, Emanuele Adamita e Giuseppe Gambino, in U.S.A., sono durati dal 3 al 14 marzo 1981.

Del resto, che, anche dopo l'incontro, le trattative si siano protratte, risulta da alcune telefonate, in cui, il 21 ed il 24 febbraio 1980, la moglie di Giorgio Muratore, parlando con amiche, affermava di avere, come ospiti, "gente americana" ed anche "ospiti algerini, amici degli amici dell'America di Giorgio", che mangiavano e dormivano nel villino di campagna da più di quindici giorni (...).

Trattavasi, evidentemente, di Filippo Ricupa e della sua famiglia, giunti in Sicilia, come si è visto, il 13 febbraio 1980, insieme con Filippo Ragusa ed Esmeralda Ferrara.

Dal complesso delle risultanze finora esposte emergono chiarissime prove a carico di Giorgio Muratore, Letizia Lo Presti in Di Pasquale, Mario Di Pasquale, Franca Battaglia in Lo Presti; nonchè a carico di Filippo Ragusa e Filippo Ricupa. Ma altri gravi elementi sono stati acquisiti a carico dei predetti e di altri soggetti. E' bene, in primo luogo, completare gli elementi che emergono dalle intercettazioni telefoniche. L'11 6 febbraio 1980, Giorgio Muratore viene chiamato alle ore 6,51 da una donna (e non da Rodolfo, come erroneamente trascritto dai verbalizzanti: ...). […] In ordine a tale telefonata si debbono fare le seguenti considerazioni.
Anzitutto, trattandosi di una donna che conversa familiarmente sia con Giorgio sia con i suoi figli e chiama per nome anche Mario (Mario Di Pasquale), l'interlocutrice di Giorgio Muratore è con tutta probabilità Letizia Lo Presti, moglie di Mario Di Pasquale.

In secondo luogo, la telefonata che essa afferma di avere ricevuto da Francuccio, proviene dagli U.S.A., sia perchè Francuccio è "Ciccio l'Americano" e, cioè, Francesco Castronovo (lo si vedrà tra breve), sia perchè è pervenuta di notte in Italia, in relazione alla differenza di fuso orario tra Italia ed U.S.A.. Infine, la telefonata è significativa degli illeciti traffici in cui sono implicati Giorgio Muratore, la sua interlocutrice, tale Cusimano, Franco Castronovo, Mario Di Pasquale.
Ed invero, Mario, anzichè mettersi in contatto telefonico diretto col Cusimano, ricorre ad un giro vizioso per far si che quest'ultimo gli telefoni. Tutto ciò non avrebbe senso se i rapporti fra tali personaggi fossero di natura lecita.

E tale convinzione è ulteriormente rafforzata dal fatto che Giorgio Muratore, nei suoi interroga
tori, si è sempre rifiutato di fornire indicazioni che servissero ad individuare il Cusimano, benchè dai ripetuti contatti telefonici con quest'ultimo emerge chiaramente che egli lo conosce bene.

La telefonata del 14 febbraio 1980, ore 2,13, di Angelo Ficano a Giorgio Muratore ha evidenziato i rapporti fra i due ed ha consentito di individuare "Ciccio l'Americano". Ed infatti il Ficano informa il Muratore di essere in procinto di accompagnare Ciccio l'Americano all'aeroporto e gli chiede se vuole andare anche lui a Punta Raisi, ricevendo risposta positiva (...).

Gli accertamenti eseguiti hanno consentito di stabilire che, alle ore 11 del 14 febbraio 1980, è partito per Roma, dall'Areoporto Punta Raisi di Palermo, Francesco Castronovo, nato a Bagheria il 28.12.1933 (n. 72 dell'elenco imputati), il quale era giunto all'aeroporto con l'autovettura targata PA 377947; intestate e Ficano Angelo (...); che, alle ore 14 dello stesso giorno, il Castronovo si è imbarcato all'Areoporto di Fiumicino, sul volo AZ 610 Alitalia, diretto a New York (...).

La presenza di Frank Castronovo in Bagheria è sicuramente da ricollegare al traffico di stupefacenti, sia per i suoi contatti con Giorgio Muratore, proprio nel periodo in cui si stava organizzando l'acquisto e l'invio dell'eroina, poi sequestrata agli Adamita; sia per la personalità del Castronovo stesso, che, a sua volta, dà eloquente significato alla sua presenza a Bagheria in un periodo "caldo".

Risulta, infatti, dalle informazioni in possesso della Direzione Antidroga (...), che il Castronovo: è proprietario, insieme con Gaetano Mazzaro, della pizzera "Nino's (Phillisberg, New Yersey) ed è socio di quest'ultimo e di Pietro Randazzo nel ristorante "Roma", anch'esso sito nel New Yersey; il ristorante Roma è stato costruito da John Richard Li Voti (n. 26 dell'elenco imputati); sono stati accertati contatti telefonici fra il ristorante Roma e l'abitazione di Salvatore Sollena, il quale ha comunicato ad un informatore Dea che erano di sua pertinenza sia i 24 chilogrammi di eroina sequestrati all'aeroporto Kennedy di New York il 16/1/1930, sia i 497.000 sequestrati all'aeroporto di Palermo.

E da richiamare, altresì, une telefonata tra Giorgio Muratore e Sergio Di Pasquale, fratello di Mario Di Pasquale, alle ore 21,33 del 15 febbario 1980 (il giorno successivo all'incontro di Piazza Politeama) del seguente tenore: […]. Tale telefonata sarà vagliata in sede di esame della posizione di Sergio di Pasquale (n. 69 dello elenco imputati), ma fino ad ora appaiono evidenti gli stretti rapporti fra quest'ultimo, Filippo Ragusa e Giorgio Muratore.

Gli agganci di Giorgio Muratore con il traffico degli stupefacenti risultano, altresì, dalla telefonata fatta a quest'ultimo da Mariella Guarino, l'otto febbraio 1980, la stessa sera dell'uccisione del padre, il noto contrabbandiere Paolo Guarino, avvenuta in questa piazza Sant'Eresmo ad opera di persone non ancora identificate (...).

Il Guarino, secondo le notizie riferite da Eric Charlier (...), è stato ucciso perchè aveva personalmente garantito il pagamento di una partita di droga, acquistata dai suoi congiunti residenti negli U.S.A., i quali, però, non avevano fatto onore ai propri impegni. Ebbene, Mariella Guarino, non soltanto informa il Muratore della uccisione del padre, ma gli comunica, altresì, che i Carabinieri avevano trovato "alcune cose" nei pesci e che non sapeva come comportarsi; subito dopo un amico della Guarino, chiarisce al Muratore che "gli sbirri" avevano trovato, purtroppo, dei talloncini di pesce e che, adesso, essi non sapevano cosa dire se venivano interrogati. Il Mutatore lapidariamente risponde "Eh! Lui portava pesci!" e, poi, "Importava pesce!" Poi, sia pure con riluttanza, promette una sua visita, pur con la precauzione di non recarsi direttamente in casa Guariño, ma in quella del vicino, certo Profeta.

In sede di indagini relative all'omicidio di Paolo Guarino sarà valutata la rilevanza della telefonata, ma è importante qui notare che, ancora una volta, Giorgio Muratore risulta gravato da concreti elementi che dimostrano i suoi intimi collegamenti col traffico degli stupefacenti.
E' ben singolare, infatti, che i familiari dell'ucciso chiedessero consiglio al Muratore sulla linea di condotta da tenere dinanzi alla Polizia e gli esternassero le proprie preoccupazioni.

Sicuri elementi di responsabilità, alla stregua delle considerazioni che precedono, sono già emersi per il tentativo di esportazione negli U.S.A. della eroina sequestrata a Gallarate, nei confronti di Giuseppe (n. 24) e Rosario Gambino (N.23), Emanuele (.41) Domenico (n. 42) e Antonio Ademita (n. 43), Filippo Ragusa (45), Filippo Ricupa, (46), Tommaso Inzerillo di Pietro (21), Giorgio Muratore (62), Mario Di Pasquale (65), Francesco Castronovo (72), Ficano Angelo (71). E, del pari, è sicura la loro appartenenza ad organizzazioni mafiose, implicate nel traffico di stupefacenti (capi 1 e 2 delle rubrica).

Il coinvolgimento in tale episodio di persone già da tempo note come appartenenti ad associazioni mafiose (i fratelli Gambino, Emanuele e Domenico Adanita, Filippo Ragusa, Filippo Ricupa, Tommaso Inzerillo, Mario Di Pasquale, Francesco Castronovo, è le migliore conferma di quanto si è detto; inoltre, gli altri episodi, di cui ci si occuperà in seguito, ed i collegamenti che verranno posti in evidenza, costituiranno valido riscontro delle conclusioni cui si è pervenuti.

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