Pezzi sparsi ovunque di tessuti molli di cui non si riesce a stabilire la parte del corpo a cui appartengono». E ancora «un pezzo d’arto inferiore troncato, con insieme delle parti muscolari: l’arto (destro) appare integro dal terzo superiore in giù»
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina. Ogni mese un macro-tema, approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra. Per un mese pubblichiamo ampi stralci della “Relazione sul Caso Impastato”, elaborata dal Comitato della Commissione Parlamentare Antimafia della XIII° Legislatura, sull’uccisione di Peppino Impastato
Tra le parti del cadavere individuate e raccolte, il Pretore indica, in primo luogo, un pezzo costituito da materia cerebrale «con ossa della volta cranica e un tratto di cuoio capelluto, un pezzettino d’osso della volta cranica che si rinviene a poca distanza, un pezzo di pelle ... commista a frammenti di tessuto molto probabilmente del collo. Un pezzo d’osso che si identifica come un tratto della colonna vertebrale del lato cervicale. Pezzi sparsi ovunque di tessuti molli di cui non si riesce a stabilire la parte del corpo a cui appartengono». E ancora «un pezzo d’arto inferiore troncato, con insieme delle parti muscolari: l’arto (destro) appare integro dal terzo superiore in giù».
A questo punto il verbale dà atto dell’impossibilità di rilevare altre parti del corpo e conclude parlando di «sconquassamento di tutto il corpo prodotto da esplosione». Di seguito la descrizione riprende e si legge che «alla distanza di quasi cento metri da primo arto si rinviene ... il resto dell’arto di sinistra pure integro dal terzo superiore della coscia fino al piede e alla radice dilaniato», che evidenzia «parti molli e la testa del femore scoperchiata». Segue la descrizione del rinvenimento di frammenti di stoffa «sparsi tutto intorno alla zona in questione e particolarmente nel tratto vicino alla linea ferrata».
In presenza di un cratere al suolo, la circostanza che gli arti inferiori siano stati rinvenuti integri, contrariamente alle ossa della scatola cranica, esclude che il corpo dell’Impastato al momento dell’esplosione potesse essere in posizione accovacciata o eretta, e già in sé fa dubitare che lo stesso fosse animato.
L’autopsia sui resti del cadavere dell’Impastato.
Alle ore 13,50 del 9 maggio 1978, presso l’obitorio del cimitero di Cinisi, il pretore Trizzino dà ingresso alle operazioni di autopsia sui resti del cadavere. È presente in qualità di perito il dr. Antonio Caruso dell’Istituto di medicina legale dell’università di Palermo, al quale vengono proposti i rituali quesiti sulla «causa della morte, i mezzi che l’anno prodotta, l’epoca presumibile a cui essa risale ed ogni altra circostanza utile ai fini di giustizia».
La descrizione dei resti che si trova nel verbale delle operazioni della perizia autoptica fornisce utili dettagli. Essa pertanto va riconsiderata nel contesto della relazione. L’attenzione del medico legale è – ovviamente – rivolta ai due arti inferiori, raccolti nella cassa metallica mortuaria portata nell’obitorio del cimitero di Cinisi, di fatto gli unici resti di una certa consistenza. Il perito osserva che «i due arti inferiori» si presentano: ricoperti da abbondante peluria di un soggetto di sesso maschile, con unghie che oltrepassano le estremità delle dita. Tali arti risultano irregolarmente disarticolati in corrispondenza delle anche. Il rivestimento cutaneo è irregolarmente frastagliato ed affumicato sulla fascia anteromediale delle cosce stesse.
L’affumicatura si estende alla cute integra per una decina di centimetri ed ai muscoli della radice delle cosce per un’estensione pressoché analoga. Sulla fascia mediale della coscia sinistra la pelle presenta delle lacerazioni a forma di V con apice in basso. In corrispondenza della lacerazione più interna (delle due anzidette) si rinviene una parte dello scroto, un testicolo e il pene ampiamente lacerati ed affumicati. Integre le parti restanti delle cosce, delle gambe e dei piedi.
Segue un interessante descrizione di alcune lesioni ai piedi: Sulla faccia destra dei piedi e delle dita rispettive, piccole ferite lacero contuse a lembo, il cui bordo libero è rivolto verso l’alto (verso la tibiotarsica). Integre le ossa delle cosce, delle gambe e dei piedi.
L’autopsia descrive poi i « frammenti della mano destra costituiti dagli ultimi tre metacarpi e dalle ultime tre dita, a confine assai irregolare, la cui superficie palmare è interamente affumicata e decisamente nerastra sui polpastrelli. Significativi particolari sono riferiti a parti anatomiche riferibili al cranio «...si notano altresì frammenti di cuoio capelluto, di ossa craniche (ogni frammento, di forma triangolare, quadrangolare o pentagonale, ha il diametro massimo di 6-8 centimetri)». Segue una sintetica descrizione delle ulteriori parti: «frammenti di muscoli, di rachide cervicale, di ossa tra cui è riconoscibile solo un largo frammento dell’osso iliaco destro, di cute, di encefalo e di intestino».
Il rinvenimento delle calzature, di frammenti di stoffa e di pezzi di rotaia.
Sempre nel tratto vicino alla linea ferrata, e precisamente sulla massicciata adiacente alla stessa, il pretore Trizzino individua e descrive frammenti di stoffa, «due zoccoli di tipo Scholls» in legno con cinghia in cuoio di colore bianco, e «sparsi nella zona soprastante la linea ferrata, 3 pezzi di rotaia, che vengono posti sotto sequestro».
Detti frammenti del lato sinistro della rotaia, come precisa il mare- sciallo Travali nel suo verbale di sopralluogo, sono rinvenuti «alla distanza di circa 100 metri lato monte». Il sottufficiale precisa che «detti pezzi in conseguenza dello scoppio hanno assunto delle forme irregolari».
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