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A chi serve il padrino libero e ricercato

  • I capimafia cadono quando non servono più. È il loro destino. Anche lui, Matteo Messina Denaro, probabilmente non sfuggirà a questa legge non scritta che ha sempre regolato gli affari interni delle “classi pericolose” in Italia.
  • È ricercato dal giugno di ventotto anni fa e ormai ha superato il record di latitanza di Totò Riina lunga quasi un quarto di secolo, ma difficilmente sfiorerà il primato di Bernardo Provenzano che è rimasto libero dal settembre del 1963 all’aprile del 2006. I tempi sono cambiati ma, evidentemente, non abbastanza per il boss di Castelvetrano che tutti cercano e nessuno trova.
  • Il boss inafferrabile ha dalla sua più di un asso nella manica. Intanto è un “figlio di famiglia”, appartiene a un clan importante del Trapanese. Poi ha parentele mafiose eccellenti a Palermo. E, soprattutto, ha il “sapere” delle stragi del 1992 per avervi partecipato: è a conoscenza di tanti segreti anche fuori dalla sua compagnia di giro. Poi c’è il resto.

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