- La pandemia del secolo segnerà una svolta, se non altro per il fatto che eventi così vasti, drammatici e sconvolgenti si verificano poche volte nella storia.
- Il sistema ne uscirà sconquassato e il venirne fuori, tenendo conto dei cambiamenti climatici e delle scelte che anche questi comporteranno, richiederà una prospettiva e una «visione» nuova del mondo.
- Le sinistre arrivano a questo appuntamento sguarnite, con la cassetta degli attrezzi ormai in disuso, non più avvezze a prefigurare mondi diversi. Ma mai come in questo momento sarebbe necessario, se esse non vorranno sparire.
Per tre decenni, ormai, dopo il crollo del muro di Berlino e poi dell’Unione Sovietica e la fine della guerra fredda, le sinistre dei Paesi occidentali – in Italia, in Europa e oltre oceano – hanno sostenuto che il mondo sarebbe stato ben garantito dal connubio tra democrazia, capitalismo e sviluppo tecnologico, arricchendo la prima sul piano «sociale», temperando il secondo con la «mano visibile» delle regole e facilitando il terzo perché si diffondesse facendone uno strumento di miglioramento



