- Andare a votare, per me, è una festa perché mi ricorda che siamo in democrazia. L’occasione di festeggiare sarebbe fornita da un referendum sul taglio dei parlamentari. Tuttavia, non solo non vado a votare festosa, ma voterò No.
- La questione matematica non riguarda tanto la riduzione dei seggi, quanto il rapporto tra la riduzione dei parlamentari, dunque il parlamento, e il resto delle istituzioni e delle leggi.
- Se l’abitudine del governo – ogni volta che è possibile – è chiedere al parlamento il voto di fiducia, che importa quanti deputati e senatori sono seduti in aula?
Andare a votare è sempre una festa, ma non per questo referendum
17 settembre 2020 • 14:13Aggiornato, 18 settembre 2020 • 09:47