- Il ministro Colao sostiene l'inserimento in Costituzione del diritto all'Internet veloce. Molti politici fanno così, come se la Carta fosse una lettera a Babbo Natale, mentre sappiamo che è meno efficace.
- Dice di ispirarsi a Stefano Rodotà, che però non ha mai fatto il ministro, e per dare agli italiani il diritto alla privacy ha fatto una legge ordinaria che funziona, non chiacchiere sui principi costituzionali.
- Come molti colleghi, anche Colao parla come un opinionista, un testimonial del progresso che prevede, auspica e propugna, senza mai annunciare una decisione. Come se il ministro fosse un altro.
Il ministro Vittorio Colao sostiene l'inserimento nella Costituzione del diritto alla connessione veloce a internet. Di per sè la mossa non è emozionante. Molti politici - Colao sarebbe un tecnico, ma ha già imparato l’arte - amerebbero inserire in Costituzione i loro sogni di un mondo migliore, come se la Carta fondamentale fosse una lettera a Babbo Natale, mentre sappiamo che è meno efficace. Abbiamo inserito in Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio e non ci ha protetto dall'impatto



