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Autonomia differenziata, tanto valeva non farla proprio questa unità d’Italia

DGA646212 King Victor Emmanuel II attending opening of Italian parliament, by Carlo Bossoli (1815-1884), 19th century; (add.info.: King Victor Emmanuel II attending the opening of the Italian parliament April 2, 1860, by Carlo Bossoli (1815-1884). Unification era, Italy, 19th century.); De Agostini Picture Library / F. Gallino; out of copyright
DGA646212 King Victor Emmanuel II attending opening of Italian parliament, by Carlo Bossoli (1815-1884), 19th century; (add.info.: King Victor Emmanuel II attending the opening of the Italian parliament April 2, 1860, by Carlo Bossoli (1815-1884). Unification era, Italy, 19th century.); De Agostini Picture Library / F. Gallino; out of copyright
  • «Andate adagio», ammonì De Gasperi nel 1952, «la Costituzione bisogna che venga attuata: però cum grano salis, con l’esperienza a tempo e a luogo».
  • Le regioni infatti arrivarono con oltre vent’anni di ritardo, quando si ripropose il problema di quali ne fossero i confini.
  • Con la dissoluzione dei partiti nazionali, le forze centrifughe, “antiromane”, hanno riproposto il problema, sempre con l’ambiguità derivante dall’intesa che l’anticentralismo sia portatore di democrazia.

È materia di stretta attualità, l’autonomia regionale. Se ne parla dal 1860, quando non era ancora compiuta l’unità d’Italia. Annesse al Regno di Sardegna le province dell’Italia centrale, parve giusto conservare quanto di meglio fosse previsto dagli ordinamenti esistenti, pensando «un ordinamento amministrativo pel quale si accordino le ragioni dell'unità e della forte autorità politica dello stato colle libertà dei comuni, delle province e dei consorzi». Così disse il ministro dell’Intern

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