- Le banche centrali non sembrano particolarmente preoccupate dalla fiammata inflazionistica, e finora sono riuscite a convincere i mercati.
- Questa calma si spiega con la ragionevole convinzione che l’aumento dei prezzi sia contingente: negli scorsi mesi la domanda è esplosa, mentre l’offerta ancora disarticolata dalla crisi ha faticato a seguire.
- Nel medio periodo queste distorsioni saranno riassorbite e le pressioni inflazionistiche verranno meno. La tendenza strutturale alla stagnazione secolare e a tendenze deflazionistiche tornerà a dominare.
Con il progressivo allentarsi delle restrizioni, l’attività economica è ripresa quasi ovunque in Europa, con essa è ripartita anche l’inflazione. L’aumento del tasso di inflazione non è necessariamente un problema. A lungo le banche centrali, soprattutto quella europea, hanno lottato per contrastare la tendenza alla deflazione, una situazione di domanda debole, di crescita insufficiente a garantire il pieno impiego e a generare investimenti e progresso tecnico. Tuttavia, l’inflazione ha fatto



