Commenti

Il dibattito sullo smart working manca il bersaglio

  • Se fino a pochi mesi fa il refrain sul tema era quello del “non torneremo più indietro” oggi le opinioni sono più variegate e sembra che si sia giunti, come per tanti altri temi che riguardano le questioni del lavoro, all’inevitabile fase di forte polarizzazione.
  • Quello che è certo è che in uno dei paesi con le maggiori rigidità organizzative e la minor presenza, come certifica OCSE, di pratiche di organizzazione innovative nelle imprese sposare tesi deterministiche sui benefici certi del lavoro da remoto è come minimo azzardato.
  • Per prendere sul serio la sfida del lavoro da remoto occorre in primo luogo riconoscerne luci e ombre senza pensare che evidenziare criticità coincida, come troppo spesso avviene, con l’affossamento dello strumento

La polemica innescata dall’annuncio del Ministro Brunetta di riportare al lavoro in presenza la maggior parte del personale della pubblica amministrazione ha riattivato il dibattito sul ruolo dello smartworking dopo la pandemia. Se fino a pochi mesi fa il refrain sul tema era quello del “non torneremo più indietro” oggi le opinioni sono più variegate e sembra che si sia giunti, come per tanti altri temi che riguardano le questioni del lavoro, all’inevitabile fase di forte polarizzazione. Schiac

Per continuare a leggere questo articolo

VAI ALLA PAGINA DELL’AUTORE