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Calenda ha sotterrato i suoi talenti sotto la mitologia del terzismo

È lecito sperare che a fronte degli abbandoni – e al netto dell’opportunismo di chi lo ha usato ieri e lo molla oggi – il leader di Azione finalmente si interroghi sulla sua ostinazione a praticare un velleitario terzismo dentro un sistema disciplinato da regole che lo condannano all’irrilevanza

Come non comprendere l’amarezza e il disappunto di Carlo Calenda per l’emorragia che affligge il suo partito? Tanto più quando si tratta di politici e politiche di lunga e consumata esperienza – tipo Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Enrico Costa – che, dunque, si suppone fossero approdati ad Azione con cognizione di causa. Motivando la loro scelta con la tesi, valida oggi più di ieri, di non riconoscersi in un centrodestra a trazione sovranista. Di più, politici che “tornano a casa” nello sch

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