Un silenzio assordante, e sconcertante, circonda l’ultima impresa del senatore Matteo Renzi. Non sembra interessi a nessuno, nè nel circuito mediatico né in quello istituzionale che un membro del parlamento in carica vada ad omaggiare il principe ereditario e vero uomo forte dell’Arabia Saudita entrando nel board di un think thank del regime per la modica prebenda di 80.000 dollari annui.

Per i distratti va ricordato che l’Arabia Saudita è uno dei paesi più repressivi e retrogradi del pianeta - e chi tratta le donne in quella maniera, come esseri inferiori, è retrogrado, poche storie di politically correct!

Secondo Freedom House, che monitora il grado di libertà civili e politiche dei vari paesi, il regno saudita è al 7 posto su 210 per repressione e autoritarismo: un bel record. E non si dimentichi il macello in senso letterale compiuto sul corpo del giornalista dissidente Jamal Khashoggi all’interno del consolato  saudita in Istanbul.

I petrodollari non puzzano, come sempre, ma grondano di sangue. Un rappresentante della repubblica in carica, non un privato cittadino, non può andare tranquillamente in giro per il mondo a dispensare consigli a paesi che non fanno parte di un consolidato sistema di alleanze dell’Italia ma sono addirittura agli antipodi rispetto ai nostri standard democratici.

Che Matteo Renzi vada a raccogliere i frutti della sua esperienza politica a Ryad abbandonando la scena politica nel bel mezzo di una crisi da lui stesso provocata è sconcertante.

In effetti aveva già compiuto la missione di demolizione del governo e affossamento ulteriore della reputazione dell’Italia quale paese instabile e quindi inaffidabile presso i nostri alleati e partner. Ma per poter rientrar in tempo per salire al Quirinale ha dovuto accettare il grazioso dono di sua maestà di un passaggio gratuito su un jet messo a sua disposizione.

E noi dovremmo affidare il destino della nostra comunità nazionale ad una persona così spregiudicata che dialoga in ginocchio con il principe ereditario esaltando le conquiste del regime?

Evidentemente siamo disposti a trangugiare di tutto quanto a moralità politica ( e infatti c’è chi ha persino proposto un personaggio dalla fedina penale inquinata al Quirinale: leggasi Silvio Berlusconi)

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