- L’Italia è il paese dello scambio di favori, del parente, dell’amante e del curriculum traballante, la parola merito, messa là in cima fa sognare.
- Nessuno vuole una società costruita sui privilegi aristocratici, sugli scambi di favori o – che so io – sull’estrazione a sorte.
- Una società basata sul merito è auspicabile? Secondo i critici della meritocrazia no, perché ha un lato demoralizzante, disumano. Realizza, inoltre, un progetto politico ambiguo: se dichiaro che siamo in una meritocrazia, a quel punto chi non ce la fa è colpevole, e la politica può disinteressarsene.
Cos’è una parola, un nome? Parliamo del ministero dell’Istruzione e del merito, come si chiama adesso sotto il governo Meloni. In tanti hanno notato l’aggiunta della parola “merito”. E dal momento che l’Italia è il paese dello scambio di favori, del parente, dell’amante e del curriculum traballante, la parola messa là in cima fa sognare. Il merito risolverà i nostri problemi di civiltà? La questione, piaccia o no, è anzitutto teorica, perché si lega al concetto di giustizia, e la giustizia no



