Ogni anno si ripetono i titoli e gli allarmi sul caos della scuola: i ministri parlano della situazione che hanno “trovato” e le opposizioni attaccano.
Dopo l’estate tutto solitamente si spegne ed è questo che rende atavici i problemi: può darsi che il perdurare della pandemia o le polemiche sui banchi tengano ancora accesa l’attenzione per qualche settimana. Poi riprenderà il silenzio.
Ma i denari da soli rischiano di essere inutili se non ci sono idee e un luogo (una convenzione nazionale, un dibattito parlamentare o altro) in cui disegnare la scuola di domani.