Sapete a cosa serve costruire una nuova autostrada oggi? A rinnovare  una concessione autostradale scaduta, come nel caso di quella dell’Autobrennero (A22). Sembra essere proprio questa la motivazione principale, a leggere la stampa locale dell’Emilia Romagna e del Trentino Alto Adige.

Il caso è quello del progetto, al vaglio del governo, dell’Autostrada Cispadana che dovrebbe collegare i territori di Parma, Reggio-Emilia, Modena e Ferrara. La concessionaria Autostrada Cisalpina regionale (Arc. spa) è controllata dall’Autobrennero (socio di maggioranza al 51 per cento), da due costruttori, Pizzarotti e Coop Sette, entrambi con il 19 per cento, mentre il rimanente 11 per cento suddiviso tra altri 7 costruttori minori.  

Questo uno dei titoli comparsi negli ultimi giorni: «Autostrada Cispadana 2021: per costruirla Autobrennero in pista con lo Stato». Il costo dovrebbe essere di 1,3 miliardi, la lunghezza di 67 km dal casello Reggiolo-Rolo dell’A22 alla barriera di Ferrara Sud sull’A13. Il progetto definitivo è pronto dal 2012, ma la concessionaria (che ha ottenuto 49 anni di concessione per la gestione) non ha le risorse finanziare per cominciare.

Pur se ritenuta strategica dal ministero dei Trasporti (la patente di ‘strategico' non si nega a nessuna opera), del 2014 la concessionaria non ha ancora trovato le risorse economiche per far partire i lavori con un project financing. Forse le previsioni di traffico sono sovrastimate, e i costi di realizzazione sottostimati: per questo il mercato finanziario ci sta lontano.

Ma ecco che ora può avvenire il miracolo che la toglie dal pantano in cui si è arenata. La concessione dell’Autobrennero è scaduta dal 2014 ed è  passata di proroga in proroga, l’ultima - scaduta il 31 luglio scorso - era contenuta nel decreto ristori del dicembre scorso.

Ogni tentativo di vedersi rinnovata la concessione senza gara (come prevederebbe la normativa europea) è andato in fumo.

Bruxelles ha comunque dato il suo via libera alla costituzione di una società in house composta da soli soci pubblici per concorrere alla gara, ma il 14 per cento  dell’autostrada è in mano a due soci privati, che vogliono vendere le loro quote ad almeno 160 milioni di euro, mentre la Corte dei Conti aveva stimato un valore di 70 milioni oltre il quale non si può andare per evitare di incorrere nel danno erariale.

E’ cosi che scatta l’idea per salvare capra (il rinnovo della concessione ad A22) e cavoli (il finanziamento di Cispadana): inserire la Cispadana, assieme ad altre opere regionali come la bretella Campogalliano-Sassuolo e la terza corsia Modena-Verona in un unico mega-piano investimenti del Corridoio del Brennero, un project financing pubblico-privato (Stato-Autobrennero spa).

Questa  soluzione, che confermerebbe l’attuale assetto concessionario, è  fortemente sostenuta dalla regione Trentino Alto Adige che detiene il 32 per cento delle azioni, e dalle province di Bolzano e Trento che assieme sono al 15 per cento. Ma anche dall’Emilia-Romagna, visto che l’attuale società Autobrennero è coinvolta in modo diretto nel progetto dell’autostrada regionale Cispadana, e potrebbe garantire finalmente il suo finanziamento.

La conferma di  questa ipotesi arriva nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) del governo Draghi, che ritiene il valico del Brennero un "corridoio verde" strategico e finanziabile. Nell’accordo, peraltro, verrebbero inseriti gravosi interventi pubblici sul territorio, non graditi da un concessionario privato, e opere pubbliche esterne alle corsie dell’A22, con costi a suo carico nell’ambito della gestione autostradale.

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