Il 24 febbraio, poche ore dopo che le truppe russe avevano varcato i confini dell’Ucraina e dato inizio all’invasione, il presidente Zelensky si rivolse alla nazione in un discorso televisivo, per dichiarare la legge marziale. Per i cittadini europei può sembrare un concetto oscuro o drammatico, che richiama le tragedie della Seconda guerra mondiale, ma per molti ucraini non è una novità.

Il precedente del 2018

Infatti, già nel 2018 l’allora presidente Petro Poroshenko stabilì per decreto la legge marziale in dieci oblast del paese, quelli confinanti con la Russia e il mar Nero, a seguito dell’incidente nello stretto di Kerč. Il 25 novembre 2018 tre navi militari ucraine tentarono di entrare nel mar d’Azov per raggiungere il porto di Mariupol attraverso lo stretto di Kerč che separa la Russia dalla Crimea.

Dal marzo di quell’anno le due penisole erano collegate da un ponte fatto costruire dal Cremlino dopo l’occupazione del 2014. Le navi ucraine furono respinte da altrettanti mezzi dell’Fsb che spararono e infine catturarono i ventiquattro marinai degli equipaggi, tra cui alcuni agenti del controspionaggio ucraino Sbu che si trovavano a bordo.

Inizialmente Poroshenko dichiarò la legge marziale in tutto il paese per sessanta giorni, ma dopo alcune ore il parlamento di Kiev votò per limitarla alle dieci regioni di confine e solo per trenta giorni. Per quel periodo fu proibito a tutti gli uomini russi tra i 16 e i 60 anni di entrare in Ucraina, per paura di infiltrazioni di spie, sabotatori e provocatori.

Secondo la Guardia di confine ucraina furono circa milleseicento i russi a cui fu negato l’ingresso durante il mese di legge marziale. Si trattò della prima applicazione di questo regime speciale dalla sua introduzione nell’ordinamento ucraino nel 2015, benché la legge originale risalga al 2000.

Il concetto di legge marziale cambia per ogni paese e ordinamento, ma in generale significa il passaggio dell’autorità e dell’applicazione della legge nelle mani dei militari. In alcuni stati è strettamente regolamentato, in altri resta un concetto metagiuridico che offre spazio alla discrezionalità e agli abusi.

Le misure controverse per espatrio e televisioni

In this photo provided by the Ukrainian Presidential Press Office on Sunday, May 29, 2022, Ukrainian President Volodymyr Zelenskyy inspects damaged buildings on as he visits the war-hit Kharkiv region. Volodymyr Zelenskyy described the situation in the east as "indescribably difficult." The "Russian army is trying to squeeze at least some result" by concentrating its attacks there, he said in a Saturday night video address. (Ukrainian Presidential Press Office via AP)

A seguito dell’invasione russa su vasta scala cominciata a febbraio, il governo di Kiev ha adottato lo stesso provvedimento, ma con misure diverse. E’ stato impedito a tutti gli uomini abili tra i 18 e 60 anni di lasciare il paese, in quanto potenziali reclute per la mobilitazione della riserva, ma è stato anche imposto un coprifuoco nella capitale per individuare commando russi e sabotatori.

Naturalmente questi divieti hanno causato gravi disagi e cortocircuiti burocratici, con famiglie costrette a separarsi, le donne, i bambini e gli anziani fuggiti in Polonia e Moldavia, gli uomini rimasti in città semi deserte colpite dalle bombe russe. È il caso di molti individui con passaporto ucraino ma che vivono all’estero, che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel paese proprio alla vigilia della guerra, e sono rimasti bloccati.

Esistono comunque alcune eccezioni che consentono di espatriare, a coloro che hanno più di tre figli minorenni, ai genitori single con un figlio minorenne, chi ha fatto richiesta di residenza permanente all’estero, chi era già iscritto a un’università straniera, ma anche camionisti e autisti, ferrovieri e atleti, grazie a emendamenti introdotti il 20 maggio.

Grazie alla legge marziale, il 20 marzo il presidente Zelensky ha decretato anche la fusione di tutti i canali televisivi in un’unica piattaforma, per fornire unità informativa durante la guerra e la sospensione delle tv private. Può sembrare una misura eccessiva e controversa, tuttavia non può essere equiparata alla censura del Cremlino sui media russi, perché ha finalità e motivazioni diverse.

La pervasiva propaganda russa fa uso dei canali offerti da alcuni oligarchi per diffondere la disinformazione, generare panico, disfattismo e caos. Un paese aggredito e in stato di guerra ha il diritto di adottare misure drastiche, se limitate nel tempo e approvate dal parlamento, per garantire che i cittadini non siano inseguiti da notizie discordanti e false, come la fuga di Zelensky da Kiev più volte annunciata da Mosca e mai avvenuta.

La sospensione dei partiti filorussi

An elderly woman walks past a car damaged by an overnight missile strike in Sloviansk, Ukraine, Tuesday, May 31, 2022. (AP Photo/Andriy Andriyenko)

Lo stesso giorno, il Consiglio di Sicurezza nazionale e difesa ucraino ha deciso la sospensione (non lo scioglimento) per la durata della legge marziale di undici partiti politici filorussi, tutti extraparlamentari e molti piccoli tranne uno.

La “Piattaforma di Opposizione - Per la Vita” nasce dalle ceneri del Partito delle Regioni dell'ex presidente corrotto Viktor Yanukovych, i suoi membri hanno condannato la recente invasione ma secondo i servizi ucraini intrattengono stretti rapporti con l’Fsb e sono colpevoli di collaborazionismo con l’occupante.

È importante precisare che l’Osce - di cui fa parte anche la Russia - ha giudicato le elezioni, parlamentari e presidenziali, svoltesi in Ucraina nel 2019 come libere e competitive; infatti, Zelensky ha scalzato il presidente in carica Poroshenko.

Dei partiti entrati alla Verkhovna Rada nel 2019, con sbarramento al 5 per cento, tre sono in maggioranza e quattro all'opposizione, tra cui la Piattaforma Opposizione, ma tutti gli altri non sono stati sospesi. Tra i leader della Piattaforma c’è l'oligarca Viktor Medvedchuk, amico personale di Putin messo ai domiciliari nel 2012 per tradimento e altre accuse, ma evaso il 28 febbraio.

I servizi ucraini l’hanno individuato e arrestato il 12 aprile mentre cercava di passare inosservato con una mimetica. Si ritiene che Medvedchuk potesse diventare il presidente fantoccio se l’occupazione russa della capitale fosse avvenuta. Il 22 maggio la Rada ha votato per estendere di altri 90 giorni la legge marziale, mentre i combattimenti proseguono nel Donbas.

I deputati della Piattaforma di Opposizione non sono decaduti e continuano a esercitare i loro diritti parlamentari attraverso il gruppo “Piattaforma per la Vita e la Pace”, guidato dal politico filorusso Yuriy Boyko.

I timori dei servizi ucraini si sono comunque rivelati giustificati, perché nelle regioni occupate i russi hanno nominato come sindaci e governatori fantoccio vari consiglieri comunali e regionali di opposizione, spesso appartenenti alla Piattaforma di Opposizione. Konstantin Ivashchenko a Mariupol, Galina Danilchenko a Melitopol, alcuni consiglieri municipali corrotti a Kherson, in passato arrestati per spionaggio a favore dell'Fsb.

In Ucraina è il Consiglio per la Sicurezza nazionale e la difesa a proporre l’instaurazione della legge marziale, che va approvata dal parlamento e firmata dal presidente per decreto. Fino ad ora è stata uno strumento essenziale per la tenuta dello stato durante la guerra e il contributo della società alla difesa del territorio.

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