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Come salvare il Recovery Plan dalla tentazione politica dello spreco

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  • Per le valutazioni macroeconomiche il minimo sarebbe configurare scenari internazionali alternativi, dai quali anche il tema del livello di debito futuro avrebbe potuto trarre indicazioni, oggi assenti.
  • Il passo successivo sarebbe simulare, per diversi mix di allocazione settoriale, impatti finanziari, distributivi, occupazionali, ambientali e di crescita, ma rinunciando ovviamente all’assurda assunzione a priori che tutti i progetti siano “ottimi”.
  • Le lodi bipartisan  al “modello Genova” trascurano il fatto che la prima applicazione del modello abbia visto i costi di quel ponte aumentare del 50 per cento

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è stato approvato dal governo, e deve passare ancora attraverso due “esami”, il parlamento e l’Europa, ma vale comunque la pena di analizzarne una dimensione importante, che è quella delle valutazioni quantitative. La nuova versione del Piano è più onesta della precedente: a livello aggregato, ha addirittura cancellato il capitolo relativo. C’è all’inizio un breve  richiamo al modello macroeconomico europeo QuestIII, poi più nulla. Non si spec

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