Attardarsi nella ricerca dell’alchimia, della miscela perfetta per trasformare le pietre in oro mentre la destra prolifera, non serve. Neanche ai candidati alle regionali. Non è necessario votare sempre “il meno peggio”, concordo. Ma ogni tanto si può anche votare il “meglio”, stante le condizioni date
«Gareggiando a fare i puri, troverai sempre qualcuno che ti epura». Una malattia antica della sinistra, consustanziale, alla continua ricerca, o meglio all’evocazione, della purezza. Peraltro, mai ben definita e sempre adattiva. Un tratto peculiare, un elemento distintivo che parte da lontano: dalla storica, epocale e decisiva scissione di Livorno nel 1921 tra socialisti e comunisti, alle “tensioni” tra massimalisti e riformisti (lasciamo stare la macchiettistica rappresentazione che se ne dà og



