La destra torni a ciò che sa fare: rivendicare e alimentare la cultura popolare, scagliarsi contro i progetti dirigisti e pedagogici del progressismo, ma lasci perdere i progetti intellettuali di grande ambizione
In certi circoli della destra si era diffusa una certa grandeur dopo la vittoria elettorale dello scorso anno. Pareva finalmente propizio il momento per la costruzione di una élite di destra, un distillato culturale di conservatorismo dalle sfumature eleganti. Ci si aspettava una fioritura di fondazioni, centri culturali, case editrici, riviste, pamphlet raffinatissimi, una accademia rinnovata. E invece, nemmeno un anno dopo, il libro di destra più venduto è quello autoprodotto del generale V



