L’Europa non è mai stata tanto forte. Ha spalancato le porte ai milioni di profughi in arrivo dalla guerra in Ucraina. Innanzitutto la Polonia, la Moldavia, l’Ungheria, ma anche l’Italia, la Francia, l’Inghilterra, la Germania. Nessuno ha esitato per un attimo.

Draghi, Macron e Scholz si sono schierati sicuri e coesi in una sola notte. Putin non poteva certo aspettarselo. Si immaginava un’Europa fragile e timida, pronta alla divisione, mentre si è dimostrata oltremodo determinata.

Si torna a parlare con insistenza di una vecchia idea, l’esercito comune europeo. Fu proposto già da Altiero Spinelli, quando si fece promotore della Comunità Europea di Difesa. Il progetto fu cassato dalla Francia nel 1954. Oggi l’idea di un esercito comune europeo sembra sempre più concreta.

La guerra ha compattato l’Europa in pochi giorni. Al di là di casi sporadici come Matteo Salvini e Marine Le Pen, è un coro unanime quello che condanna l’invasione fascista di Vladimir Putin dell’Ucraina.

L’aggressione russa è stata la molla che ha fatto scattare questa solida unione, ma nulla avviene così per magia se non ci sono i presupposti. Dietro c’è sempre il grande sforzo delle persone che ci credono e lavorano per questo. L’apporto dell’Italia non è stato da poco.

Il contributo di David Sassoli, vecchio amico e compagno di Bruxelles, è stato fondamentale. Era a favore dell’esercito comune e si è sempre battuto contro la dittatura di Putin, tanto da essere definito ad aprile “persona non grata” dal Cremlino. Sassoli rispose con un tweet: «Nessuna sanzione o intimidazione fermerà il Parlamento o me dalla difesa dei diritti umani, della libertà e della democrazia. Le minacce non ci zittiranno». 

Mario Draghi, da presidente Bce, con tre parole, «Whatever it takes», costi quel che costi, ha salvato l’euro e l’Europa.

La seconda grande novità, conseguenza della prima, è che oggi la Russia è isolata. In passato non sono stati certo solo Salvini e Le Pen a mantenere rapporti con la dittatura.

A parte l’amico del cuore Silvio Berlusconi, anche Francia e Germania hanno avuto buoni rapporti con Putin, come Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e l’ex cancelliere dell’Spd Gerard Schröder che siede nel consiglio di Gazprom.

Nel 2014 Putin è riuscito ad annettersi la Crimea senza che nessuno alzasse un dito, anzi incrementando ancora di più gli affari.

Ben diversa è la situazione oggi. Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sono in prima linea nell’opposizione alla Russia senza se e senza ma.  

La guerra in Ucraina potrebbe durare per anni. Nel frattempo l’Europa sarà sempre più indipendente e raggiungerà un’identità solida e forte nel mondo. Il sogno di Altiero Spinelli è pronto per essere esaudito.

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