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Da Squid Game ai cinema cinesi: il soft power non è più solo americano

Members of the South Korean Confederation of Trade Unions wearing masks and costumes inspired by the Netflix original Korean series \\\"Squid Game\\\" attend a rally demanding job security in Seoul, South Korea, Wednesday, Oct. 20, 2021. Thousands of workers gathered ignoring the government's call to cancel the assembly feared to affect the fight against COVID-19. (AP Photo/Ahn Young-joon)
Members of the South Korean Confederation of Trade Unions wearing masks and costumes inspired by the Netflix original Korean series "Squid Game" attend a rally demanding job security in Seoul, South Korea, Wednesday, Oct. 20, 2021. Thousands of workers gathered ignoring the government's call to cancel the assembly feared to affect the fight against COVID-19. (AP Photo/Ahn Young-joon)
  • Nelle sale cinematografiche della Repubblica Popolare della Cina Shanghai ha iniziato a sopravanzare Hollywood nella conta degli incassi.
  • S’è innescato il circolo causale per cui i produttori di quell’enorme Paese possono “pensare in grande”, investire in proporzione e farsi sotto in ogni angolo del mondo a contendere agli Usa il bottino degli incassi.
  • Nel contempo, la logica delle piattaforme a pagamento, a partire da Netflix sta intaccando la prevalenza dell’inglese come lingua base e fattore di vantaggio per il mondo produttivo anglo americano.

L’Economist è attento a soppesare ogni variazione di peso e di influenza dell’Occidente liberale e, non da ultima, la forza del potere narrativo, detto soft power, che consolida il dominio senza uso di bombe dal cielo o di scarponi sul terreno. Questo tipo di potere è appartenuto negli ultimi cent’anni e per intero all’anglosfera attraverso la produzione Hollywoodiana, lo star system e lo show business. Ma nulla è eterno e tutto può cambiare, tant’è che proprio l’Economist segnala due radic

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