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Dal fascismo a Putin, l’illusione di poter bonificare la lingua nazionale

  • Qualche giorno fa Vladimir Putin ha firmato una legge che vieta l’uso di parole straniere nelle comunicazioni istituzionali russe e annunciato la pubblicazione di un dizionario che indicherà, per ogni parola straniera in circolazione, un equivalente russo ben radicato
  • Che cosa pensare di questi tentativi di fare pulizia politica colpendo le lingue?
  • La storia mostra che sono votati al fallimento, per il motivo, verificato tante volte, che le lingue non sopportano di essere governate dall’alto, anche quando siano soggette a imposizioni violente.

La storia tende a ripetersi, perfino nei dettagli. Qualche giorno fa Vladimir Putin ha firmato una legge che vieta l’uso di parole straniere nelle comunicazioni istituzionali russe e annunciato la pubblicazione di un dizionario che indicherà, per ogni parola straniera in circolazione, un equivalente russo ben radicato. Non è la prima volta che in Russia si interviene su temi simili. L’anno scorso, nel pieno dell’invasione dell’Ucraina, fu proibito di usare in qualunque contesto la parola “gue

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