C’è un filo che lega le proteste avvenute dinanzi a Montecitorio nei giorni scorsi e alcuni errori normativi del nuovo governo. «Quella dei cittadini non è più solo sfiducia verso il decisore. Avvertono una sorta di presa in giro, e a questo sentimento può seguire la rabbia. E, a quel punto, non si sa cosa accade dopo». Questo commento risale al mese di dicembre, dopo il primo dei due provvedimenti che sancirono le chiusure natalizie, ma avrebbe potuto essere scritto dopo il decreto-legge con cui il governo ha prorogato per tutto il mese di aprile le restrizioni da zona rossa e arancione, eliminando la zona gialla. Le proteste in piazza attestano quanto si preconizzava mesi fa. Non c’è solo una stanchezza generalizzata da restrizioni anti-Covid: aumentano i problemi di coloro i quali non riescono più a reggere economicamente l’impatto della pandemia.

Dopo 14 mesi e il cambio di governo, si avverte ancora la sensazione di navigare a vista. E ciò si traduce in due sensazioni ulteriori, potenzialmente idonee a generare un corto circuito: delusione e incertezza. Corto circuito manifestatosi con le proteste di qualche giorno fa.

Le aspettative deluse

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 06 Aprile 2021 Roma (Italia) Cronaca : Maninfestazione dei ristoratori e partite iva Nella foto : momenti di tensione April 06, 2021 Roma (Italy) News : Demonstration of restoration workers In The Pic : tensions rise

Partiamo dalle aspettative deluse. Con l’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi si auspicava che la gestione della pandemia sarebbe stata più puntuale e trasparente. Non si poteva sperare in un “liberi tutti”: centinaia di morti al giorno non erano cancellabili dal nuovo governo. Né ci si poteva aspettare la fissazione di date precise per le riaperture: l’andamento di una epidemia non è del tutto prevedibile, anche se gli scienziati ormai sono capaci di ipotizzarlo con sufficiente approssimazione. Ma ci si augurava maggiore chiarezza circa dati e prospettive.

I primi provvedimenti del Governo Draghi non solo non hanno allentato le limitazioni già prescritte, ma hanno disposto restrizioni pure più rigorose di quelle precedenti, e senza mostrare in maniera definita le evidenze che rendevano necessario il giro di vite.

Se tutti possono sapere - attraverso l’informazione dei media - i maggiori rischi determinati dalle “varianti”, il legislatore è comunque tenuto a motivare su specifiche basi scientifiche la proporzionalità delle misure restrittive rispetto alla situazione.

A ciò si è aggiunta la stretta pasquale, con tutt’Italia in zona rossa, e poi per tutto il mese di aprile la “formale” conservazione del sistema di classificazione delle Regioni in “colori”, ma con l’applicazione in zona gialla delle misure di livello superiore.

La proroga di queste più rigide limitazioni è stata giustificata con il generico richiamo alla gravità epidemiologica, edulcorando la decisione con l’ipotesi di un’eventuale revisione delle misure. Ciò ha deluso le aspettative circa una discontinuità rispetto alla gestione dell’esecutivo Conte.

L’incertezza

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 06 Aprile 2021 Roma (Italia) Cronaca : Maninfestazione dei ristoratori e partite iva Nella foto : momenti di tensione April 06, 2021 Roma (Italy) News : Demonstration of restoration workers In The Pic : tensions rise

Perché molte categorie di lavoratori sono scese in piazza per protestare? La risposta sta nel secondo elemento a cui si è fatto cenno: l’incertezza. Perché può anche sopportarsi un mese in più di sacrifici, a condizione che si ipotizzino traguardi al raggiungimento dei quali la situazione possa migliorare. Invece, la valutazione delle riaperture di metà mese da parte del governo non rappresenta un elemento rassicurante. Basta leggere la norma dell’ultimo decreto-legge che la prevede, consentendo deroghe e modifiche alle misure vigenti, quindi anche “riaperture”, «in ragione dell'andamento dell'epidemia, nonché dello stato di attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini».

Cosa significano in sostanza questi due criteri, andamento dell’epidemia e stato delle vaccinazioni? Non significano niente, e ciò rende la norma una scatola vuota. Circa l’andamento dell’epidemia, non sono indicati parametri cui è legata la possibilità di allentamenti.

Stessa considerazione vale per lo stato delle vaccinazioni: non c’è alcun riferimento a una percentuale di soggetti vaccinati, in toto oppure per categorie o classi di età, a partire dalla quale la copertura vaccinale consentirà di intervenire sulle restrizioni. E così, in mancanza di criteri certi circa le riaperture, la piazza fa pressione affinché la norma, sostanzialmente vuota, sia riempita tenendo conto del disagio della gente.

In conclusione, ciò che ci si aspettava dal nuovo governo - da Draghi in particolare, nonostante la conferma del ministro della Salute - era un’azione fondata su dati ed evidenze, che desse indicazioni anche sull’evoluzione delle misure vigenti, con la fissazione di obiettivi al raggiungimento dei quali potesse avvenire il progressivo riavvio di attività varie.

Sotto questo profilo l’esecutivo è stato deludente. Le tensioni sociali lo stanno dimostrando. Aprile sarà un mese decisivo per il cambio di passo non solo nelle vaccinazioni, ma anche nelle prospettive di ripartenza economica del paese. Sarà bene che Draghi non sprechi il patrimonio di fiducia che gli è stato finora accordato.

© Riproduzione riservata