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Delusione e incertezza: con Draghi stessi problemi dei tempi di Conte

  • C’è un filo che lega le proteste in piazza e alcuni errori normativi. Da Draghi ci si aspettava un’azione fondata su dati ed evidenze, con indicazioni sull’evoluzione delle misure restrittive e obiettivi al raggiungimento dei quali potessero riavviarsi attività oggi bloccate.
  • Invece, una norma dell’ultimo decreto lega genericamente le riaperture di aprile all’andamento dell’epidemia e alle vaccinazioni. La mancanza di criteri certi rende la norma una scatola vuota, che i manifestanti vogliono riempire con la pressione delle proteste.
  • Può anche sopportarsi un mese in più di sacrifici, purché vi sia una qualche prospettiva di riaprire al verificarsi di condizioni prefissate. Invece, l’assenza di chiarezza genera incertezze e, quindi, tensioni. Aprile sarà un mese decisivo per molti aspetti.

C’è un filo che lega le proteste avvenute dinanzi a Montecitorio nei giorni scorsi e alcuni errori normativi del nuovo governo. «Quella dei cittadini non è più solo sfiducia verso il decisore. Avvertono una sorta di presa in giro, e a questo sentimento può seguire la rabbia. E, a quel punto, non si sa cosa accade dopo». Questo commento risale al mese di dicembre, dopo il primo dei due provvedimenti che sancirono le chiusure natalizie, ma avrebbe potuto essere scritto dopo il decreto-legge con c

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