Altro che liberali

La destra italiana ha problemi con i valori democratici

Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki; il primo ministro ungherese, Viktor Orban and Leader e il segretario della Lega, Matteo Salvini\\u00A0(Szilard Koszticsak/MTI via AP)
Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki; il primo ministro ungherese, Viktor Orban and Leader e il segretario della Lega, Matteo Salvini (Szilard Koszticsak/MTI via AP)
  • l’Italia si caratterizza da trent’anni per un centro-destra anomalo rispetto agli altri paesi occidentali: apertamente ostile, o indifferente, alle regole della democrazia liberale. 
  • Oggi la situazione non è cambiata: lo testimoniano le alleanze di Meloni e Salvini ma, in misura minore, anche la proposta di Giorgetti sul semi-presidenzialismo “di fatto”. Anche Berlusconi e, più di recente, Renzi rappresentano anomalie.
  • Tutto ciò impedisce il buon funzionamento del bipolarismo e carica di maggiori responsabilità il Partito democratico.

L’Italia si caratterizza da decenni per l’accondiscendenza verso una destra che è apertamente ostile, o indifferente, alle regole della democrazia liberale. Si tratta di un’anomalia rispetto a tutto il resto dell’occidente e che ci accomuna, semmai, ai paesi dell’Europa orientale (e anche per questo dovrebbe farci riflettere). Il primo a rompere gli argini è stato Silvio Berlusconi, allora imprenditore milanese vicino al partito socialista. Il 23 novembre 1993, ha dichiarato che al ballottag

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