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Dietro la svolta della Lega c’è una questione settentrionale che minaccia Draghi

  • Quando la decisione riguarda questioni “corpose” tutte le parti vogliono stare dentro il gioco direttamente, perché non si fidano degli istituti rappresentativi e del governo di una maggioranza. 
  • Come può il “produttivo” Nord non avere una voce diretta in queste decisioni “corpose”? Davvero si poteva pensare che un governo Conte II, rappresentativo del Sud e del Centro, potesse far dormire sonni tranquilli all’Italia d’oltre Po?
  • La pattuglia di Forza Italia non basta. Servono tutte le armate nordiche. Ecco allora che l’anima non populista della Lega viene tirata fuori dalla naftalina con un Salvini giocoliere trasformista.   

Vi è un problema all’origine del passo indietro della politica che dovrà essere esaminato una volta pacati gli umori: la scarsità del bene “fiducia”. Da cui deriva la scelta di un attore esterno. Una soluzione che ricorda antiche diffidenze: nel comune fiorentino del Trecento, il Podestà (potere esecutivo eletto annualmente) veniva scelto tra cittadini forestieri per rendere imparziale l'istituzione. Di questo c’era bisogno perché il comune era un patto tra corporazioni e gruppi disomogenei e

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