L’uso di un linguaggio elaborato non nasce dal desiderio di rispettare la dignità del lavoro, ma da un bisogno di sentirsi moralmente superiori. Etichettarli zuccherosamente lavori utili rischia di confondere il problema: non è la natura del lavoro a essere sbagliata, ma il modo in cui valorizziamo il lavoro
Oggi mi occupo delle persone che pagano una donna delle pulizie, ma che non vogliono usare l’espressione “donna delle pulizie”. Questo nonostante la lavoratrice che pagano sia quasi sempre una donna e faccia le pulizie al posto loro, nel loro appartamento. Però niente, queste persone usano altre definizioni, diranno per esempio “la persona che mi aiuta in casa” o simili frasi elaborate, o etichette che suggeriscano una collaborazione, sentendosi così più buoni, come se pulissero i pavimenti in c



