La prima e più diretta evidenza della virata autoritaria di un governo eletto democraticamente sta nel rafforzamento del potere esecutivo e, soprattutto, delle competenze in materia di “ordine pubblico”.

Il ministero dell’Interno è la sua residenza ufficiale. La destra che conosciamo è nata come reazione contro i movimenti politici e sindacali di massa, in sostanza contro la democratizzazione delle vecchie società liberali. La destra è reattiva, nella concezione della politica e nella pratica del governo. Ha un criterio chiaro di reazione: il dissenso, soprattutto se organizzato in movimento collettivo; la libertà di espressione di chi obietta, questiona, contesta.

Vecchia o nuova, arcaica o digitale, la destra ripete puntualmente questo schema. Non riesce a non essere repressiva. Ha un’allergia non stagionale verso chi ha una mente autonoma, chi ricerca la giustizia sociale e crede che siamo tutti, uomini e donne, uguali nella dignità e nella libertà di scelta. La Costituzione serve a proteggere questo bene pubblico primario. Non è forse questa la condizione perché ci sia democrazia? Se non contesto, come si può generare opposizione e quindi contendere l’esistente maggioranza? Alla destra, tutto questo non piace.

Nonostante il corpo politico che mette in mostra non sia composto di esemplari di una specie superiore di umanità, la destra ha un’istintiva preferenza per una concezione gerarchica che meglio si adatta alla vita di caserma che alla vita civile. Immagina la cittadinanza come un insieme di irregimentati che si muovono a comando, come vediamo nelle lugubri manifestazioni di fascisti. A che servono le libertà fondamentali sancite dalla Costituzione? Le libertà per la destra sono poteri di chi ha potere; sono quel che la maggioranza concede a chi è minoranza. Non diritti di libertà, ma privilegi. Ed è verso coloro che non hanno potere che la destra ha un’idea della sicurezza come aumento delle pene e come porte spalancate del carcere.

Il cosiddetto decreto sulla sicurezza da poco diventato legge mette chi gestisce l’ordine pubblico in una condizione quasi di privilegio, non solo perché le forze dell’ordine hanno in dotazione bodycam e quindi ci sorvegliano permanentemente quando siamo in luoghi affollati, come le stazioni o le piazze. A giudicare dal giro di vite, con l’aggiunta di nuovi reati, una recrudescenza degli esistenti, e con la trasformazione di diversi di essi da amministrativi a penali, sembra che l’Italia sia sull’orlo di una guerra civile, con organizzazioni terroristiche che mettono a ferro e fuoco il paese.

Poi ci si accorge che il pretesto di combattere il terrorismo serve a dare carta bianca alla polizia segreta, che molto può fare senza impunità. Nella versione originaria del decreto, il governo imponeva alle amministrazioni pubbliche, anche alle università, l’obbligo di rispondere alla richiesta di collaborazione da parte dei servizi segreti, in deroga alla normativa privacy. Questo succede in tutti i paesi dove la destra regna.

Repressione, controllo permanente, arbitrio: l’obiettivo è far sentire tutti deboli e subalterni. Inibire la forza della volontà e renderci “zitti e buoni” come cantavano i Maneskin. Una società conformista, con cittadini indaffarati a occuparsi degli affari propri. La logica delle normative liberticide è quella di incutere timore, di farci sentire insicuri delle nostre decisioni, che forse possono essere considerate non lecite, perché se il poliziotto che ti chiede i documenti mentre dormicchi in treno decide che rispondi in maniera brusca o mostri un atteggiamento non velocemente cooperativo, che ti succede? È questo il clima che il governo di destra ama che si instauri. Un clima di insicurezza.

La nuova normativa ha l’obiettivo di umiliare e pre-reprimere. Reprimere il pensiero, ancora prima che la volontà di agire. Da cittadini che devono diffidare sempre dei poteri costituiti, a cittadini che si devono concedere, mente e azioni, ai poteri costituiti. Da cittadini che monitorano e controllano a cittadini che sono monitorati e controllati. È riduttivo pensare che questa legge sulla sicurezza si accanisca solo con i deboli.

Certamente fa questo: immigrati naturalizzati che possono avere la cittadinanza revocata; incarcerati (tra questi le donne incinte e madri che allattano) che sono assolutamente privati della libertà di contestare, anche passivamente; affittuari di case che non se ne vanno ad affitto scaduto. I poveretti e i deboli. Ma l’obiettivo è quello di mostrare il volto cattivo dello stato a tutti noi. Nessuno escluso.

© Riproduzione riservata