L’ipocrisia delle alleanze

Ma l’alleato Erdogan nella Nato non era un dittatore?

  • La presenza nell’alleanza atlantica di paesi di problematica democrazia, e persino “dittatoriali” secondo la definizione di Mario Draghi, come la Turchia, indebolisce la narrazione proposta da Joe Biden. 
  • Quando si fa finta di nulla sulla torsione illiberale e autoritaria di Recep Tayyp Erdogan  e non si richiede nemmeno un gesto simbolico come la liberazione di giornalisti, intellettuali e politici critichi - come  giustamente si pretende dalla Russia e dalla Cina - crolla la visione della Nato come alleanza a difesa della democrazia.
  • Un dittatore - se così si considera Erdogan -  non può sedersi accanto a leader democratici.

La cascata di commenti entusiastici per i recenti meeting dei G7 e della Nato rischia di far perdere di vista alcuni gravi e persistenti problemi che affliggono tanto le democrazie occidentali quanto l’alleanza militare del Patto atlantico. Anche se abbiamo salutato con un enorme sospiro di sollievo la vittoria, sofferta, di Joe Biden alle elezioni americane, non possiamo altresì dimenticare cosa è successo nei mesi precedenti e successivi alla competizione elettorale, fino all’apice dell’assal

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