- La politica torna a parlare di “egemonia culturale” come capacità di costruire un pensiero che abbia la forza di conquistare il consenso: un notevole passo avanti rispetto a decenni in cui si era concentrata solo sul far quadrare i conti.
- Il fenomeno si può analizzare attraverso la definizione di Leo Strauss di “antichi” e “moderni”: i primi impegnati a cercare come funzionano le cose senza porsi un fine, i secondi a capire perché queste esistono
- La sfida della politica oggi è quella di mantenere questa tensione tra le due visioni, rendendo così la società dialettica e partecipata anche in termini culturali. Solo il confronto tra idee diverse ci permetterà davvero di scegliere l’egemonia che preferiamo
Un evento culturale che contiene un esplicito progetto politico è qualcosa che non siamo più tanto abituati a vedere nella nostra società globale. È accaduto a Roma dove si è svolto l’incontro “Pensare l’immaginario italiano: Stati Generali della cultura nazionale”. Il programma non lasciava dubbi sul fatto che una specifica prospettiva culturale possa avere un ruolo di stimolo verso gli elettori, almeno tanto quanto una proposta economica: «La sfida più grande è alla fantomatica egemonia della



